I titoli di Stato tornano ad essere interessanti. I BOT, dopo anni di tassi negativi, adesso fanno concorrenza ai conti di deposito. I BTP, dopo i recenti cali, adesso hanno rendimenti annuali che non si vedevano da anni. Alcuni hanno ancora delle cedole stratosferiche rispetto a quelle emesse nell’ultimo decennio. In particolare, un BTP garantisce un flusso cedolare annuo sul conto di 7.250 euro lordi, a fronte di 100.000 euro nominali investiti.
L’inflazione elevata impone al risparmiatore di proteggere i risparmi faticosamente accumulati. Un costo della vita che viaggia vicino al 10% riduce il potere d’acquisto dei soldi giacenti sul conto corrente quasi di un 10% ogni anno. Significa che ciò che oggi si compra a 1.000 euro tra un anno potrebbe costare 1.100 euro. Se nel frattempo il valore del risparmio non si è rivalutato, di fatto quel capitale ha perduto il 10%.
Quale guadagna di più tra un BTP, un conto deposito o un Buono postale
Indice dei contenuti
Di questi tempi è una pessima idea lasciare i soldi sul conto corrente. Il conto in banca non garantisce alcun rendimento. Anzi, alla perdita del potere di acquisto vanno aggiunte le spese commissionali di gestione del conto. Una buona alternativa sono i conti di deposito. Questi strumenti permettono di mantenere in giacenza i propri soldi in un luogo sicuro con un minimo di rendimento. Il ritorno annuale non è eccezionale e nel momento storico attuale i migliori conti offrono un rendimento attorno all’1,5% l’anno per depositi fino a 12 mesi. Gli interessi salgono se la giacenza si allunga.
I Buoni fruttiferi postali sono un’alternativa ai conti di deposito, specialmente se si desidera investire con un orizzonte temporale superiore a un anno. I Buoni fruttiferi coprono un arco temporale ampio che parte da tre anni. Ad esempio, il Buono 4×4 permette di investire il proprio capitale per 16 anni. Ovviamente, maggiore è l’orizzonte temporale scelto e maggiore sarà il rendimento che il risparmiatore otterrà al momento del rimborso.
Un risparmiatore che cerca un’alternativa al conto corrente può puntare anche sui titoli di Stato. Per un investimento di brevissimo periodo, tra 3 e 12 mesi, un investitore può scegliere i BOT. I Buoni ordinari del Tesoro da qualche mese sono tornati in auge dopo un periodo di oblio, grazie ai rialzi del costo del denaro. Oggi il rendimento di un BOT a 12 mesi è competitivo con conti di deposito e Buoni postali.
Con questo BTP arrivano oltre 6.300 euro sul conto ogni 100.000 euro investiti
Quando l’orizzonte temporale di un risparmiatore è superiore ai 24 mesi, i BTP possono essere una scelta vincente. Alcuni Buoni poliennali del Tesoro hanno un rendimento superiore al 3% annuo e qualcuno ha cedole davvero interessanti. Per esempio, il BTP con scadenza a novembre del 2026 (Asin: IT0001086567) ha una cedola annua del 7,25%. Chi investisse 100.000 euro nominali su questo titolo, ogni anno, per i prossimi 4, riceverebbe sul conto 7.250 euro lordi. L’importo, al netto dell’imposizione fiscale del 12,5%, sarebbe di 6.300 euro circa.
In realtà il rendimento annuo è più contenuto. Infatti, al prezzo di 116,4 centesimi, quello al momento dell’analisi, il rendimento a scadenza è del 2,4% annuo. Questo perché lo Stato rimborsa il titolo a 100 centesimi, quindi, da qui a novembre del 2026, il prezzo subirà una riduzione di 16,5 centesimi. È vero che con questo BTP arrivano oltre 6.300 euro sul conto. Tuttavia chi compra adesso il titolo e lo detiene fino alla scadenza incasserà gli interessi, ma subirà anche una perdita in conto capitale. La somma delle due componenti darà come risultato un rendimento totale del 10% circa.
Lettura consigliata
3 titoli di Stato per investire in BTP con le cedole più alte del mercato