Chi ha un figlio o un parente con difficoltà psicofisiche è spesso costretto a chiedere permessi lavorativi. Si ha, talvolta, la necessità di accompagnare il soggetto con handicap presso strutture sanitarie per visite specialistiche o per il disbrigo di pratiche burocratiche.
Fortunatamente i beneficiari della Legge 104 godono di una serie di agevolazioni e aiuti finanziari per le spese relative alla condizione invalidante. Ed è opportuno sottolineare che familiari e titolari di Legge 104 hanno sempre diritto a questi 3 assegni in busta paga. Il che equivale a dire che il datore di lavoro non può in alcun modo negare emolumenti che spettano al dipendente durante i permessi. Pur, tuttavia, con la Legge 104 le assenze dal lavoro penalizzano queste voci in busta paga in specifiche circostanze.
Accanto alle possibili decurtazioni vi sono anche delle misure a sostegno che aiutano il disabile e il parente ad affrontare i costi dell’eventuale assistenza domiciliare. Ricordiamo a tal proposito che con Legge 104 spettano assegni da 750 anche a familiari con redditi oltre 30.000 presentando domanda. E, inoltre, vi è l’opportunità di fruire di facilitazioni fiscali con il conseguente vantaggio di ricevere rimborsi per spese legate allo stato di handicap. Allo stesso modo i nostri esperti hanno già suggerito ai beneficiari di tali misure assistenziali come ottenere sconti sul rifornimento di carburante con la Legge 104. E come acquistare supporti informatici, elettrodomestici, veicoli, protesi, ausili per la mobilità ed altri beni con importanti detrazioni fiscali.
Con la Legge 104 le assenze dal lavoro penalizzano queste voci in busta paga
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Chi chiede permessi lavorativi di breve per curarsi o per altre finalità non subisce tagli sullo stipendio. E ciò neanche in caso in cui utilizzi le assenze dal lavoro per crearsi occasioni di svago e di divertimento, come ha chiarito la sentenza 20243/2020 della Cassazione.
Ciò significa che durante i 3 giorni di permessi retribuiti il titolare di Legge 104 non subisce decurtazioni sulla retribuzione, sul Tfr, sulle ferie e sulla tredicesima. Diverso il caso del congedo straordinario retribuito della durata di 2 anni che si richiede per assistere un soggetto in condizioni di grave disabilità.
Anzitutto potrebbe diminuire l’importo dello stipendio se la retribuzione spettante supera la soglia annua di 48.737,86 euro. Inoltre durante il congedo biennale il lavoratore non matura le ferie, la tredicesima e il Tfr. Nella circolare INPS 13013/2011 si legge, infatti, che chi beneficia del congedo non ha diritto alla liquidazione. Esistono, tuttavia, eccezioni che riguardano accordi privati con il datore o particolari condizioni previste nella contrattazione collettiva. Si consiglia pertanto di raccogliere informazioni più dettagliate relative alle specifiche clausole del proprio contratto lavorativo.