Le pensioni anticipate dal 2019 ad oggi sono state profondamente modificate dall’ingresso nel sistema delle cosiddette pensioni a quota. Infatti nel 2019 si iniziò dalla Quota 100 per arrivare al questo 2024 con la Quota 103 contributiva. Il passaggio di queste misure è stato un autentico terremoto. Il cambio dei requisiti una volta ha riguardato l’età minima di uscita, un’altra volta i contributi da completare, ed un’altra ancora le regole di calcolo delle pensioni. Con la giusta domanda all’INPS prenderai più di eonsione, vediamo di cosa si tratta.
E queste variazioni hanno generato molte perplessità in chi deve andare in pensione. Grazie allo strumento della cristallizzazione del diritto alla pensione però, c’è chi i cambi repentini di requisiti e regole non li subirà nemmeno nel 2024.
Le Quote dal 2019 al 2024
Indice dei contenuti
Con la giusta domanda all’INPS si possono evitare spiacevoli sorprese anche per le misure pensionistiche a quota. Molte cose sono cambiate dal 2019 ad oggi sulle pensioni per quotisti, ma chi ha maturato il diritto alla pensione prima dei cambiamenti, non li subisce. E questo è sicuramente un vantaggio. Nel 2019 e fino al 2021, cioè per un triennio, nel sistema ha funzionato la Quota 100. Età minima di uscita fissata a 62 anni, contribuzione minima a 38 anni.
Nel 2022, cioè dopo la scadenza dei tre anni di sperimentazione di Quota 100, fu la volta di Quota 102. La misura nacque per il solo anno 2022. Età di uscita a 64 anni e contributi previdenziali minimi a 38 anni. Un inasprimento di 2 anni sull’età pensionabile, che non ha inciso su chi i 62 anni di età li ha completati entro la fine del 2021, cioè entro la fine della vecchia Quota 100. Perché per questi il diritto alla Quota 100 è congelato ed inattaccabile.
Con la giusta domanda all’INPS prendi il 30% in più di pensione
Nel 2023 invece si passò alla Quota 103. Anche in questo caso, una misura nata per durare solo 12 mesi. L’età di uscita a 62 anni, la contribuzione a 41 anni, questi i due requisiti della Quota 103. La misura è stata prorogata ancora nel 2024, ma con il calcolo contributivo della prestazione. Significa che chi esce dal lavoro con la Quota 103 nel 2024, prende una pensione anche di oltre il 30% più bassa di chi è uscito nel 2023.
Ma un soggetto che ha compiuto 62 anni di età e completato 41 anni di contributi entro la fine del 2023, non subisce il calcolo contributivo. Perché rientra, avendo maturato entro il 2023 i requisiti, nella vecchia quota 103. Lo stesso che accade a chi ha maturato 64 anni di età e 38 anni di contributi entro la fine del 2022. Oppure chi ha completato entro il 31 dicembre 2021 62 anni di età e 38 di contributi. Per questi ultimi per esempio, nel 2024 basterà presentare domanda di Quota 100 e non di Quota 103, per prendere un trattamento calcolato con il sistema misto e quindi più ricco.