Ecco una domanda che molti si fanno spesso: mattone o reddito fisso? È uno dei possibili dilemmi per il piccolo risparmiatore poco propenso al rischio, premesso che l’investimento a rischio zero non esiste quasi mai. Ogni scelta ha pro e contro, per cui meglio ponderare prima per non pentirsi poi. Vediamo di districarci nel miglior modo possibile facendo anche dei semplici esempi. Il consiglio è di leggere con attenzione perchè gli esempi fatti potrebbero essere utili per la gestione dei vostri soldi.
Il concetto di rischio è insito in ogni forma di investimento e, più in generale, in ogni ambito della vita umana. Se il sabato decido di andare al cinema e non in pizzeria, avrò dei pro e dei contro nell’una e nell’altra scelta. Parimenti, con 100.000 euro da investire mi conviene di più un appartamento da affittare o un BTP?
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’investimento immobiliare?
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Il mattone è comunemente percepito come un investimento sicuro che non tradisce mai l’aspettativa principale, la sua rivalutazione nel tempo.
Si tratta di una considerazione non sempre vera. Molti pro e molti contro dell’investimento immobiliare dipendono dalle dinamiche demografiche ed economiche dell’area di riferimento. Facciamo un esempio.
Un appartamento di 100 mq in un paesino di provincia costerà mediamente meno (pro) rispetto a uno identico sito in città. Di contro l’affitto risulterà mediamente più basso (contro) sia perché in città la vita costa di più, sia perché (o soprattutto?) vi sono minori richieste di case. Oggi il trend demografico premia la città e il centro (lavoratori, studenti, trasferisti, etc.) rispetto alla provincia e alla periferia. Parimenti l’economia è di norma più forte e florida nei primi luoghi rispetto ai secondi.
Con 100.000 euro da investire cosa mi conviene di più? La morale, quindi, è che gli investimenti nel mattone sulla carta più promettenti non sempre sono alla portata di tutte le tasche.
I rendimenti stellari dei BTP
Consideriamo ora il reddito fisso come i titoli di Stato, per esempio. Del resto da mesi l’intera curva dei rendimenti è risalita per la gioia degli investitori. A titolo di esempio, il rendimento del decennale oggi oscilla poco sotto il 3,8% mentre sale all’aumentare della durata residua del bond.
Il titolo stacca cedole fino a scadenza, quando restituirà il capitale iniziale (salvo default dell’emittente). Inoltre si potrebbe disinvestire anzitempo in caso di apprezzamento dei corsi o un nuovo investimento più conveniente. Un discorso che vale anche per il mattone. Di fronte alla ricezione di una offerta pazza, il proprietario potrebbe vendere l’immobile e reinvestire al meglio il ricavato.
Con 100.000 euro da investire mi conviene di più un appartamento o un bond?
Infine vanno ponderate altre circostanze in ambedue gli investimenti.
Nel caso dell’appartamento pensiamo ai periodi in cui esso è sfitto o la possibile morosità dell’inquilino. In tal caso l’investimento sarebbe infruttifero e perdente (ad esempio le spese legali per mandarlo via). Nel caso del bond non si può mai escludere fino in fondo una difficoltà dell’emittente nell’onorare cedole e/o debito. Ad esempio i titoli di Stato italiano non godono del rating tripla A, forse questo rating non l’hanno mai ricevuto.
Un altro tema riguarda la concentrazione del capitale. Se l’appartamento è un bene indivisibile, non altrettanto vale per il bond. La diversificazione è indispensabile sia per aumentare il rendimento finale sia per ridurre il rischio.
Infine il capitolo Fisco, relativamente semplice nel caso del bond (12,50% su interessi e capital gain) e più complesso per la casa. Abbiamo IMU, IRPEF o cedolare secca, addizionali e spese di registrazione. In compenso, il titolare del bond non decide la cedola, mentre il proprietario dell’immobile stabilisce l’affitto.