Il rialzo dei prezzi e la guerra in Ucraina stanno portando i risparmiatori a rifugiarsi nella liquidità. In pratica, nel dubbio su come investire i risparmi ci si rifugia sul conto in banca o alle Poste. Peccato che si tratti di una scelta perdente. Seguendo le proiezioni BCE sul carovita dal 2022 al 2024, i soldi liquidi depositati sul conto o sul libretto postale dovrebbero perdere il 15% in appena 36 mesi.
Il rialzo sul reddito fisso
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Il rialzo dell’inflazione ha innalzato i rendimenti anche sul reddito fisso. In questa categoria vi rientrano ad esempio i titoli di Stato, i buoni postali, i conti deposito. Ad esempio a partire dal 9 giugno è mutata l’offerta dei buoni fruttiferi disponibili in Poste. In pratica è stato ritirato il titolo con la scadenza più lunga e al suo posto è subentrato un nuovo buono a 6 anni. Sugli altri prodotti è stata confermata oppure rivista al rialzo la struttura dei redimenti.
Lo scenario sta mutando anche su conti deposito e BTP. Su quest’ultimi si sta abbattendo da mesi una pioggia di vendita da parte del mercato. Sappiamo bene che prezzi e rendimenti si muovono all’inverso, per cui oggi molti prezzi sono crollati mentre i rendimenti sono schizzati. Pertanto anche con 10.000 euro è possibile guadagnare il 10% in pochi mesi senza esporsi su asset rischiosi.
I BTP, infatti, godono della garanzia dello Stato e si sa a priori che il prezzo di rimborso a scadenza sarà sempre 100. Per cui un acquisto sotto il livello di emissione garantisce una plusvalenza finale in aggiunta alla cedola semestrale.
Sugli interessi attivi la tassazione è agevolata e pari solo al 12,50%, rispetto al 26% di altri prodotti finanziari. Infine i titoli di Stato sono esenti da imposta di successione, così come avviene per i dei buoni fruttiferi.
Con 10.000 euro è possibile guadagnare il 10% in pochi mesi anche senza investire in Borsa o oro e petrolio
Considerato il generale rialzo dei rendimenti, per conseguire un buon rendimento si può scegliere anche un titolo a media durata.
Prendiamo a riferimento il BTP con codice ISIN IT0005419848, emesso il 1° agosto 2020 e con scadenza al 1° febbraio 2026. La durata residua del titolo è di circa 3,63 anni, ossia poco più di altri 43 mesi.
Il bond ha una cedola lorda dello 0,50% (lo 0,4375% netto), staccata al 1° febbraio e 1° agosto di ogni anno, fino a scadenza. Tuttavia, l’appeal per il titolo sale in considerazione dell’attuale prezzo di mercato. Ieri il bond ha chiuso le contrattazioni al prezzo di 91,11 centesimi, per un rendimento effettivo lordo annuo del 2,824% (2,471% netto).
Se si pensa che un anno fa questi rendimenti erano possibili solo su scadenze molto lunghe, si comprende la relativa convenienza di questi prodotti. Almeno sul breve-periodo periodo, senza esporsi alle conseguenze di mercato dei c.d. titoli lunghi.
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