Per chi ha un lavoro ben pagato, l’obiettivo di lungo termine è chiaramente quello della pensione. Al fine di trascorrere, poi, una vecchiaia serena grazie a un corposo assegno legato alla pensione pubblica. Ma c’è, in realtà, chi preferirebbe ritirarsi dal lavoro già a 40 anni, o comunque non più tardi dei 50 anni di età.
Questo con l’obiettivo di sfruttare il denaro che è stato accumulato nel tempo proprio per smettere di lavorare. Possibilmente il prima possibile. Vivere grazie alle rendite, non a caso, è il sogno di molti, ma per riuscirci occorre investire. Al fine di raggiungere l’indipendenza finanziaria grazie proprio alle rendite passive generate dagli investimenti effettuati.
Come vivere di rendita con 300.000 euro a 40 e anche a 50 anni?
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Nel dettaglio, la rendita attraverso gli investimenti si ottiene, in genere, attraverso l’acquisto di titoli del reddito fisso. O comunque di prodotti di risparmio di tipo monetario e obbligazionario. In teoria, pure con le azioni si può ottenere un flusso cedolare, grazie ai dividendi societari, ma è chiaramente e decisamente più rischioso.
E allora, su come vivere di rendita con 300.000 euro a disposizione, in genere si punta a un giusto mix tra i titoli obbligazionari e i prodotti di risparmio. Per esempio, i titoli di Stato italiani e i buoni fruttiferi, ma anche i certificati di deposito e i conti di deposito remunerati.
Come pianificare una rendita da capitale tra i rischi e le potenziali opportunità
Indipendentemente dai titoli scelti, per generare un flusso di reddito ricordiamo che la pianificazione è fondamentale per vivere di rendita. Ragion per cui, prima di tutto, occorre fissare degli obiettivi di investimento e di rendimento in base a quello che è il proprio profilo di rischio.
Attualmente, inoltre, gli investimenti cosiddetti sicuri come i buoni fruttiferi postali e i certificati di deposito bancari rendono poco. Così come i titoli di Stato non sono tutti uguali. In quanto, quelli a lungo termine rendono di più rispetto a quelli a breve e a medio termine, ma presentano una maggiore volatilità. Ovverosia, tendono a fare registrare nel tempo delle oscillazioni di prezzo più ampie.
Attenzione, inoltre, al rischio legato all’emittente. In quanto i titoli di Stato sono garantiti dallo Stato italiano, mentre le obbligazioni societarie magari rendono di più, spesso anche molto di più, ma ci si espone a rischi nel caso in cui l’azienda dovesse entrare in crisi o addirittura dichiarare il fallimento.
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