Dove stiamo andando dopo la conferenza stampa di Conte? Come viene sostenuta l’economia italiana in questa fase? Quali soluzioni e quali prospettive all’orizzonte, anche dal punto di vista medico?
In questo articolo offro il mio punto di vista sulle più spinose questioni di questa delicatissima fase, ma non soffermandomi solo sui problemi.
Sono infatti possibili diversi tipi di soluzione, anche ai problemi medici.
Vediamo come.
Procediamo con ordine, avvalendoci della seguente scaletta:
- Conferenza stampa di Conte tra equivoci e verità
- Il vero problema: risorse insufficienti ed inutili insistenze
- L’invito di Conte: lo raccolgo volentieri, sia in termini finanziari, che medici
- La cura del Coronavirus: il probabile rilievo della COX 2.
Conferenza stampa di Conte: tra equivoci e verità, quali prospettive?
Indice dei contenuti
La mia personale opinione sull’intervista stampa tenuta da Giuseppe Conte, è che una comunicazione di tipo istituzionale non sia l’occasione più idonea ad affrontare polemiche e contrapposizioni. Probabilmente una situazione come l’attuale richiederebbe, a chi voglia non solo essere, ma anche apparire, all’altezza della stessa, un aplomb, quale poteva essere quello di un Andreotti, o di un De Gasperi.
Come non ricordare le emergenze affrontate nel dopo guerra o dopo il rapimento di Aldo Moro?
Emergenze che furono affrontate con uno stile, decisamente diverso da quello che caratterizza il presidente del consiglio in carica.
Certo si presta poi a molte critiche chi, complice la tensione dell’attuale fase, si lascia poi andare a diatribe politiche dimenticandosi alcune circostanze storiche.
E’ quindi il caso di ricordare che il MES fu approvato quand’era in carica il governo Monti, e che i due leaders dell’opposizione, Meloni e Salvini, certo nulla hanno a che fare con la sua approvazione.
La Meloni non lo votò ed, anzi, si dimise in polemica con il suo movimento. All’epoca il Popolo delle libertà, che invece votò a favore, e Salvini, unitamente alla Lega, votò contro in tutte le sedi parlamentari, compresa quella europea.
E’ invece vero che non ci sono problemi sul MES attuale, come deciso dall’Eurogruppo. Semplicemente si intende renderlo disponibile per quei paesi che intendano farvi ricorso, e nessuna delle vecchie condizionalità verrebbe ripristinata.
Solo si fa presente una destinazione d’uso delle risorse alle sole esigenze sanitarie.
Nulla che abbia a che fare con la Trojka ed altre analoghe situazioni. E, soprattutto, nulla cui l’Italia potrebbe ricorrere, non fosse che per i limitati importi disponibili.
Come viene sostenuta l’economia italiana in questa fase? La situazione attuale
L’attuale situazione mostra la corda soprattutto su due aspetti: per un verso paiono assolutamente insufficienti le risorse economiche stanziate.
Per altro verso, si insiste su un tema che trova ferma opposizione di alcuni partners europei.
Conviene insistere?
Che le risorse siano insufficienti è evidente anche solo considerando due dati: da un lato quel misero importo di 600 euro, oppure il fatto che la liquidità dovrebbe provenire in buona parte da concessione di finanziamenti bancari.
Per altro verso, forse sarà limitata la mia capacità di comprendere determinate situazioni, ma non capisco perché si debba insistere su qualcosa che effettivamente gli altri proprio non vogliono, come gli eurobond.
L’unica cosa su cui concordo con Conte è la seguente: ok, si afferma che si intende dare il via NON al MES per l’Italia, ma semplicemente come strumento riformato nelle condizionalità, per chi lo desidera.
In altri termini, l’Italia, o meglio il governo, non vi farà ricorso (d’altra parte avrebbe risorse troppo limitate, per essere realmente utile) e chi ne chiederà l’intervento a proprio favore, dovrà rispettare la destinazione dei fondi concessi per spese solo sanitarie.
Forse non sarà molto, ma quanto meno questo aspetto dovrebbe rasserenare coloro che temono eventi tipo trojka et similia.
Come risolvere la situazione finanziaria?
Come viene sostenuta l’economia italiana in questa fase?
Nella sua intervista stampa Conte ha lanciato l’invito, forse in forma retorica ed anche un po’ arrogante, ad indicargli cosa fare, se qualcuno ha delle possibili soluzioni.
Modestamente, studiando attentamente la situazione, direi che si potrebbe pensare a delle alternative diverse sia dal MES, che da altri strumenti, quali gli eurobond.
Possiamo formulare almeno due piani alternativi, e financo integrabili tra loro.
Piano A: la BCE intervenga anche sul mercato primario
Invece di proporre bond europei, o un MES riformato, si potrebbe prevedere una riforma di altri strumenti.
Ogni paese che ne abbia bisogno, emetterebbe un bond a lunga scadenza, nazionale, non comunitario.
Questo bond potrebbe essere destinato a particolari investitori istituzionali, in particolare la BCE la quale amplierebbe la propria sfera d’azione.
Invece di acquistare titoli solo sul secondario, riacquisirebbe le caratteristiche delle vecchie banche centrali che potevano intervenire anche in fase di emissione.
Tale bond avrebbe delle clausole particolari, compresa la possibilità di ristrutturazione del debito, che potrebbe divenire irredimibile.
Ma in tal caso, la BCE sarebbe autorizzata a stampare denaro, da destinare alla propria capitalizzazione, per un importo pari a quanto non restituito dallo stato.
E lo stato potrebbe quindi emettere un bond in misura pari alle dimensioni finanziarie necessarie, ad esempio l’Italia potrebbe garantire molta più liquidità di quanto potrebbe permettersi con atri strumenti.
A questo punto, possiamo dire si tratti di una proposta che condivide alcuni aspetti essenziali di quanto ipotizzato dai 65 economisti, che hanno lanciato la loro proposta in ambito europeo.
Invece di rivolgersi con tono altezzoso a domandare se taluni abbiano altre proposte, Conte è disposto a sostenere questa proposta?
Ma andiamo avanti.
Ipotizziamo anche che questa proposta venga rigettata, soprattutto in considerazione di vecchi timori da parte della Germania ed altri stati.
Ecco pronto il piano b:
Piano B. ricorso alla BEI
Come viene sostenuta l’economia italiana in questa fase?
Gli ormai fatidici eurobond già ci sono, li emette la BEI.
La BEI potrebbe lanciare propri bond sul mercato.
E nella sua valutazione discrezionale, può usare risorse raccolte sui mercati per progetti diversificati. Alcuni di questi potrebbero appunto essere indirizzati a quanto serve anche in Italia, ad esempio per sostenere il capitale circolante delle imprese, medie, piccole e grandi.
Integrazione dei due piani
Ipotizziamo anche che vi siano difficoltà economiche, legate al piano b, ad esempio una situazione di difficoltà nella sostenibilità di un piano basato su obbligazioni della BEI, se finalizzato a sostenere le imprese dei paesi in maggior difficoltà.
Ebbene, ecco la soluzione, basata su un’integrazione tra piano A e piano B.
In caso di difficoltà nella sostenibilità del debito, gli eurobond emessi dalla BEI potrebbero essere oggetto di cessione alla BCE che a sua volta, in caso di problemi quanto alla propria consistenza patrimoniale, potrebbe essere autorizzata ad autocapitalizzarsi, creando moneta aggiuntiva.
Questi piani, anche nella versione integrata, avrebbero i seguenti pregi:
- modifica della impostazione in materia di creazione monetaria, ma solo in situazioni di particolare emergenza
- valorizzazione della possibilità di ricorrere a particolari emissioni obbligazionarie, senza mettere sul tavolo l’annosa questione degli eurobond
- disponibilità di risorse in misura decisamente superiore a quella consentita dagli attuali strumenti.
E la cura del coronavirus?
Un rimedio definitivo al coronavirus in termini di vaccino è problematico, non fosse che per la possibilità dei virus di cambiare in modo tale da rendere inutile un pregresso sviluppo di eventuali anticorpi o di un vaccino.
Ma occorre notare che questa patologia ha una caratteristica, che la accomuna alle malattie su base autoimmune.
Non è forse un caso che il Covid 19 interessi non solo l’apparato respiratorio, ma anche quello cardiaco e cerebrale.
Tale caratteristica è associata ad una probabile base, ancora una volta, autoimmune, in forme infiammatorie, con caratteristiche comuni ad altre patologie.
In tal senso è peraltro noto l’insorgere di un vero e proprio fenomeno di catena infiammatoria, che quasi sempre coinvolge l’enzima Cox 2, che potrebbe svolgere un ruolo importante anche nelle conseguenze del contagio.
E’ quindi probabile che potrebbero esplicare un significativo effetto terapeutico determinati farmaci, inibitori della Cox 2, come l’Etoricoxib, unitamente ad altri farmaci antinfiammatori, come la tachipirina.
Un probabile protocollo potrebbe quindi basarsi su studi relativi agli eventuali effetti conseguenti alla somministrazione di tali farmaci.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT