Come sostituire la merce comprata in saldo

saldi

Il Covid 19 ha portato, tra l’altro, ad una politica anticipata di saldi. I negozianti non sono certi che potranno recuperare con le vendite natalizie e, quindi, hanno già iniziato con saldi e ribassi.

L’occasione può essere ghiotta, ma la fretta è una cattiva consigliera. Come si può sostituire la merce comprata in saldo se la taglia si rivela sbagliata o l’oggetto non piace?

I saldi devono sottostare a regole ben precisa, che quindi è opportuno conoscere. Intanto le svendite sono regolare dal Decreto Legislativo n. 114 del 1998. Può stupire che per mettere un apio di capi di vestiario in sconto serva addirittura un provvedimento normativo, ma la ragione è presto spiegata.

I saldi devono sottostare a regole precise per evitare che si traducano in una scorretta alterazione del normale meccanismo della domanda e dell’offerta. Non devono, quindi, diventare un’occasione per sottocosto massiccio perché non bisogna alterare le normali regole della concorrenza sul mercato.

Come sostituire la merce comprata in saldo

La normativa citata prevede che i saldi possano comprendere solo merce della stagione appena passata. Il periodo di saldo deve avere una durata massima prestabilita, oltre la quale i capi devono essere offerti in vendita con un ulteriore deprezzamento. È per questo motivo che i saldi possono cominciare con uno sconto del 20- 30 % sul prezzo originario per poi raggiungere anche il 70%, per esempio.

Al consumatore che si avvicini alla vetrina devono essere fornite indicazioni chiare e trasparenti, che permettano di capire quale fosse il prezzo di partenza, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale.

Sconto a parte, per il resto il saldo è una normale vendita a tutti gli effetti. Quindi per essa valgono tutte le regole ordinarie.

Ad esempio, il negoziante deve obbligatoriamente cambiare il prodotto venduto se risulti difettoso, o se la taglia non sia quella giusta. Non potrà rifiutarsi nemmeno con la scusa che manca lo scontrino di cortesia.

Lo scontrino non è necessario per il reso merce

Lo scontrino non è affatto necessario per il reso merce. Basta dimostrare che l’acquisto è avvenuto in quel negozio e in un momento compatibile con l’efficacia della garanzia. Quindi basterà esibire la ricevuta della carta di credito o bancomat che riporti il giorno dell’acquisto.

Il diritto di ripensamento entro 14 giorni non è collegato ai saldi, ma è relativo solo agli acquisti effettuati fuori dai locali commerciali. In pratica si può liberamente restituire il bene comprato on line oppure, anche se oggi è decisamente più raro, da un venditore porta a porta.

Per gli acquisti in negozio, in saldo o non in saldo, la restituzione è prevista solo in caso di difetto del bene o di mancanza delle qualità promesse dalla pubblicità. Oppure si potrà legittimamente reclamare la restituzione se il venditore si sia impegnato a garantirla nella pubblicità o con un cartello fuori dal negozio.

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