Incidenti e infortuni, purtroppo, capitano tutti i giorni. Per evitarli dovremmo prestare molta attenzione in tutte le attività quotidiane, in particolare sul lavoro e alla guida. L’abitudine nell’eseguire gli stessi percorsi e le stesse mansioni quotidianamente potrebbe far abbassare la soglia della nostra attenzione e portarci a incidenti e infortuni. Oppure a causare ad altri soggetti dei danni che, poi, ci troveremo a dover risarcire sia sul piano civile che penale. Sul piano penale si pensi ai reati come le lesioni colpose, che portano alla reclusione. Sul piano civilistico ci possono essere dei risvolti altrettanto gravi, e potremmo essere tenuti a risarcire somme molto ingenti.
Infatti, in caso di incidente o di infortunio, ad esempio sulla strada o durante il lavoro, vanno considerati molteplici aspetti quando si va a calcolare il risarcimento del danno. Intanto è necessario determinare di quale soggetto sia la responsabilità dell’incidente. Ad esempio, il danno può essere determinato dal comportamento imprudente dell’automobilista che, distratto, non veda il semaforo rosso e impegni l’incrocio investendo un altro veicolo. Oppure il danno può dipendere dal comportamento del datore di lavoro che non predisponga tutti i mezzi necessari ad assicurare la salute dei propri dipendenti. Uno di questi, senza gli appositi mezzi di sicurezza, può subire un infortunio, che il datore di lavoro sarà tenuto a risarcire.
Il risarcimento
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Per capire come si quantifica il risarcimento del danno di tipo civile è necessario, allora, porsi la domanda di chi sia la colpa. L’articolo 1227 codice civile prevede il caso in cui la colpa dell’incidente sia di entrambe le parti. In questo caso, il risarcimento al danneggiato sarà ridotto in base alla sua percentuale di colpa nell’aver causato l’incidente. Una volta stabilita la responsabilità occorre andare a guardare i tipi di danni risarcibili. Sul piano civilistico, con riferimento ai danni subiti dalla persona, ne esistono 3 principali tipologie. Il danno patrimoniale che deriva dalla ridotta capacità di produrre reddito, il danno morale che deriva dalla sofferenza interiore per aver subito l’infortunio e tutte le difficoltà ad esso collegate.
Il danno biologico alla salute che consiste nella diminuzione permanente o temporanea dello stato di salute piena. E il danno esistenziale, che consiste nella perdita della capacità di godere , a seguito dell’incidente, di alcuni diritti o aspetti che offre la vita quotidiana. La giurisprudenza ha spiegato più volte come si risarcisce il danno biologico alla salute, in particolare con riguardo agli infortuni sul lavoro.
Come si quantifica il risarcimento del danno biologico e estetico
In una recente sentenza, numero 26584 del 2022, la Cassazione ha spiegato alcuni aspetti nuovi e interessanti riguardanti il calcolo del danno estetico. Secondo i giudici il danno estetico è una componente del danno biologico. Quando il giudice, cioè, va a quantificare il risarcimento, guardando all’entità del danno e all’età e alle caratteristiche del danneggiato, deve tenere in considerazione i risvolti estetici. Se, infatti, l’incidente porta ad una cicatrice in un punto non visibile del corpo il giudice quantificherà il danno in una certa somma. Se, invece, l’incidente porta ad una cicatrice permanente sul volto, la quantificazione del danno, pur compresa nel danno biologico, dovrà tenere in debita considerazione il pregiudizio estetico.