Tutte le volte in cui non sia stato possibile identificare, nell’immediato, il conducente del veicolo, viene comminata, come sanzione accessoria, la decurtazione dei punti dalla patente. Tuttavia, il proprietario dell’auto può evitare siffatta decurtazione, indicando la persona che la guidava al momento dell’infrazione, qualora non coincida con sè medesimo. Di solito, detta sanzione accessoria, accede alla contravvenzione di eccesso di velocità. Dunque, è bene sapere come si può evitare di perdere i punti dalla patente di guida. La facoltà, infatti, di evitare la sanzione accessoria, è contemplata dalla legge ed è stata considerata legittima anche dalla Corte Costituzionale, con ordinanza n. 12/2017.
La comunicazione dei dati del conducente
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Come anticipato, quando l’automobilista commette un’infrazione al codice della strada e questa non gli può essere contestata nell’immediatezza, la polizia invia la multa al proprietario dell’auto. Nella stessa, viene avvertito della necessità di comunicare, entro 60 giorni, i dati del conducente del veicolo al momento dell’infrazione. Ciò in quanto non è detto che sia stato proprio il proprietario l’effettivo responsabile della violazione al Codice della Strada. Naturalmente, assolto l’adempimento, i punti verranno decurtati all’effettivo trasgressore.
Tuttavia, la comunicazione del conducente, risulta essere non una mera facoltà ma un obbligo, il cui mancato adempimento comporta l’applicazione di una seconda sanzione. Infatti, in caso di mancata comunicazione, l’intestatario dell’auto subirà un’ulteriore multa, pari a 286 euro. Fatta questa importante premessa, occorre a questo punto chiarire, in concreto, come si può evitare di perdere i punti dalla patente di guida.
Modalità per non perdere i punti dalla patente
Le modalità per evitare di perdere i punti dalla patente sono, essenzialmente, tre, come di seguito si illustrerà. Dunque, se il proprietario del mezzo era anche l’effettivo conducente al momento dell’infrazione, egli dovrà pagare la multa e comunicare i propri dati alla Polizia. in tal caso, egli eviterà almeno la comminazione della seconda multa di 286 euro, ma, ovviamente, perderà i punti della patente. In alternativa, egli potrà pagare la multa e non comunicare i propri dati, con la conseguenza che i punti non gli verranno decurtati. Il tutto, però, in coerenza con quanto detto, gli costerà la seconda sanzione, ossia ben 286 euro. Tuttavia, accanto alle 2 strade appena descritte, che sono, per così dire, obbligate, vi è una terza via, offerta dalla Cassazione.
Cioè, tra il “so e non so”, c’è un qualcosa di incontrollabile ma pur sempre accettabile, che è il “non ricordo”.
In altri termini, si ci appella alla fallace memoria, che talvolta ci abbandona, un pò come fanno, i testimoni o gli indecisi. Ebbene, nella recente sentenza n. 9555 del 2018, di prustiana memoria, la Cassazione ha aperto le porte a una ulteriore possibilità per non perdere i punti della patente.
Si tratterebbe di rispondere all’invito della polizia nei 60 giorni assegnati, dichiarando di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida del veicolo. Non esiste, infatti, una norma che obblighi a ricordare. Inoltre, ciò appare ancora più comprensibile quando sia passato molto tempo dall’infrazione e l’auto venga condivisa tra più familiari. In termini, la suprema Corte ha dedotto: “deve essere riconosciuta al proprietario del veicolo la facoltà di esonerarsi da responsabilità, dimostrando l’impossibilità di rendere una dichiarazione diversa da quella negativa”. Infatti, la legge sanziona il rifiuto della condotta collaborativa ma non la collaborazione con risposta negativa. Ne deriva che, in caso di “non ricordo, mi sfugge”, il dichiarante non potrà essere sanzionato con la multa di 286 euro.