Come si contesta una bolletta?
Per contestare una bolletta non occorre rivolgersi direttamente ad un avvocato. Bisogna, infatti, preventivamente, tentare delle vie bonarie. Esse, in questi settori, sono obbligatorie per legge. Tant’è che se la parte non ha tentato prima un accordo bonario, il giudice sospende il giudizio dando alle parti un termine per tentare la conciliazione. Esclusa, dunque, la via giudiziaria come prima via percorribile, passiamo a capire come procedere alla contestazione della bolletta. La prima cosa da fare è contattare il servizio clienti. Questo passaggio non è obbligatorio, ma servirà ad acquisire le prime informazioni ed i chiarimenti.
Essi serviranno anche nell’eventualità di un futuro contenzioso, infatti occorre capire su quali parametri usa la società. La conversazione telefonica non potrà essere utilizzata nel processo, trattandosi di un semplice colloquio. Tuttavia, se si registra la telefonata, questa può avere una sua utilità. Il secondo passaggio per contestare la bolletta è l’invio di una lettera raccomandata o di una pec indirizzata alla compagnia. In essa l’utente dovrà formalizzare le proprie doglianze.
La sede legale è, di norma, indicata in ogni bolletta o fattura ricevuta. Una volta ricevuta la lettera del cliente, la società fornitrice ha l’obbligo di replicare entro un congruo termine. Prima di tale risposta non potrà sospendere l’utenza neanche in caso di morosità. Una volta ricevuta la risposta negativa della compagnia, l’utente deve esperire la conciliazione obbligatoria.
Come si contesta una bolletta e la conciliazione obbligatoria
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La conciliazione obbligatoria è un passaggio necessario per poter, eventualmente, fare causa alla compagnia. A seconda del tipo di bolletta esiste una diversa autorità competente. Per le utenze del telefono bisogna rivolgersi agli organismi di conciliazione regionali, detti Co.re.com. È possibile avvalersi anche di Conciliaweb, la piattaforma dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom), per la risoluzione delle controversie tra utenti e operatori di telefonia.
Per quanto riguarda, invece, le controversie per energia, acqua e gas, occorre rivolgersi all’organismo di conciliazione di Arera, l’Autorità garante per tali utenze. Anche qui la procedura si svolge interamente online e in video conferenza. Il tentativo di mediazione ha lo scopo di trovare un’intesa tra le parti. Se, però, il tentative fallisce, sarà possibile ricorrere al giudice. Va precisato che il tentativo di conciliazione è obbligatorio per legge. Senza di esso, non è possibile effettuare il ricorso giurisdizionale. In questo caso, per bollette fino a 1.100 euro si può fare causa dinanzi al gudice anche difendendosi personalmente, cioè senza la presenza di un avvocato.