Come si calcola la pensione di vecchiaia Enasarco e chi può chiederla

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Gli agenti di commercio ed i rappresentati sono tenuti a versare i propri contributi all’Enasarco. I contributi da versare annualmente sono calcolati in percentuale sulle provvigioni che il professionista ha guadagnato. Solitamente questa percentuale è inserita direttamente in fattura e detratta, quindi, dal reddito imponibile. Non è tenuto al versamento dei contributi, neanche minimi, solo l’agente o il rappresentate che, nell’arco dell’anno, è stato totalmente improduttivo. Ma come si calcola la pensione di vecchiaia Enasarco? Scopriamo come funziona.

Contributi INPS non si sommano a quelli Enasarco

Per avere un anno di contributi “coperto” l’agente di commercio deve versare il contributo minimo annuale. Questo ammonta, nel 2022, a 440 euro per gli agenti plurimandatari e a 878 euro per quelli monomandatari.

Gli agenti, oltre al contributo Enasarco, però, devono versare anche i contributi INPS. Ma quanto versato all’INPS non può essere cumulato né ricongiunto con i contributi versati all’Enasarco. Proprio per questo motivo, per valorizzare i contributi versati alla Fondazione Enasarco, è necessario raggiungere un diritto alla pensione nel fondo stesso.

Un caso unico in Italia

La previdenza versata all’Enasarco rappresenta una pensione integrativa, che solitamente è facoltativa, ma al tempo stesso è obbligatoria per gli agenti di commercio e i rappresentanti. L’agente di commercio, infatti, è obbligato a versare i contributi a due Enti e a maturare in entrambi il diritto alla pensione.

Da sottolineare che la Fondazione Enasarco non riconosce pensione di anzianità, ma solo quella di vecchiaia. Per chi raggiunge determinati requisiti, poi, la pensione di vecchiaia può essere anticipata di un anno o due con percentuale di penalizzazione. E questo è tutto.

Come si calcola la pensione di vecchiaia Enasarco e chi può chiederla

I requisiti per richiedere la pensione Enasarco sono: avere almeno un’età di 67 anni (per le donne bastano 65 anni) e almeno 20 anni di contributi, ma con la soddisfazione di una quota 92 sia per uomini che per donne. L’anticipo di uno o due anni è concesso a chi raggiunge la quota 90 (ad esempio 65 anni di età e 25 anni di contributi per gli uomini). Se si accede alla prestazione anticipata, però, l’importo spettante è ridotto del 5% per ogni anno di anticipo.

In ogni caso la Fondazione riconosce anche la possibilità di avere una rendita previdenziale al compimento dei 67 anni. Per averla è necessario aver versato almeno 5 anni di contributi ed è calcolata con il sistema contributivo. Ma per ogni anno mancante dal raggiungimento della quota 92 l’assegno è ridotto del 2%. Questa rendita può essere richiesta solo a decorrere dal 2024.

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