Anche il 16 giugno è passato e con lui una delle scadenze più importanti e antipatiche tra quelle fiscali con cui gli italiani hanno a che fare. Infatti, il 16 giugno è passato il termine ordinario entro cui pagare la rata di acconto dell’IMU. Adesso, tutto slitta al 16 dicembre, data entro cui i contribuenti verseranno la seconda rata, quella a saldo. In questo spazio di tempo, tra la prima rata di acconto e la seconda rata di saldo, i contribuenti hanno tempo per mettere a posto la situazione con l’imposta. Ma chi ha omesso il versamento di giugno, dovrà comunque versare delle sanzioni, che da irrisorie diventano pesanti in molti casi.
In genere, a dicembre con la seconda rata a saldo, i contribuenti italiani chiudono la partita con l’Imposta municipale unica da versare al Comune dove è situato il loro immobile. Infatti l’imposta è abbastanza elastica, anche perché non tutti i Comuni si adeguano alle normative vigenti in materia.
Come si calcola e paga l’IMU scaduta e come funziona per evitare sanzioni e interessi
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Ogni Comune italiano deve deliberare, essendo autonomo dal punto di vista dell’imposta, sulle aliquote che userà nell’anno di riferimento dell’IMU. In genere, però, il termine entro cui i Comuni devono deliberare è disallineato rispetto alla scadenza dell’acconto. I Comuni, infatti, possono deliberare anche dopo il 16 giugno, ma in questo caso i contribuenti si trovano di fronte ad un’evidente anomalia.
Il contribuente deve utilizzare le aliquote dello scorso anno qualora il Comune non abbia ancora deliberato in materia di IMU. Poi con la rata di saldo a dicembre, lo stesso contribuente applicherà l’aliquota definitiva, sia che avvantaggi che svantaggi lo stesso contribuente. Quella rata diventa di quindi di conguaglio. In questo caso, l’eventuale eccedenza di imposta da versare nel saldo, non è gravata di interessi e sanzioni. Questo perché il pagamento inferiore della rata di giugno non è dipeso dalla volontà del contribuente. Diverso il caso di che ho omesso il pagamento della prima rata.
Cosa accade se si paga in ritardo
Nonostante la scadenza dell’IMU è già passata, perlomeno per la rata di acconto, si può ancora intervenire, limitando i danni e sfruttando quello strumento che è il ravvedimento operoso. Basterà collegarsi al sito delle amministrazioni comunali, per calcolare l’imposta da versare dopo la scadenza. Il contribuente deve indicare bene il giorno in cui si intende versare l’imposta. In questo caso infatti il sistema, cliccando sul tasto del ravvedimento operoso, calcolerà la sanzione da pagare per questi pochi giorni di ritardo rispetto al 16 di giugno.
È naturale che più giorni passano più aumenta questa sanzione. Ma come si calcola e paga l’IMU scaduta è semplice. In genere chi paga entro 14 giorni dalla scadenza, subirà una sanzione pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo. Sarà pari all’1,5% di sanzione per pagamenti dal 15° al 30° giorno di ritardo oppure all’1,67% per quelli entro 90 giorni. E così a salire fino al 5% circa di sanzione per chi paga entro la data di scadenza delle dichiarazioni IMU dell’anno successivo. Il prolungare dell’omesso pagamento porta alle cartelle esattoriali.
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