Sono immediatamente cambiati di scenari della previdenza per via di quello che è accaduto alla politica con il cambio di Governo a cui l’Italia si accinge con le prossime elezioni di fine settembre. Tutto quanto detto in precedenza, sulla riforma delle pensioni si blocca inesorabilmente. Conti alla mano infatti il nuovo esecutivo non vedrà la luce se non a novembre. Ci saranno infatti prima le elezioni, poi i partiti che vinceranno dovranno scegliere la squadra di Governo, con la nomina del Presidente e dei relativi Ministri. Poi ci sarà da nominare commissioni e presidenti di commissione, giuramento e così via. Un lavoro lungo quindi, che fa diventare complicata anche la produzione della manovra finanziaria. E ogni Legge di Bilancio ha al suo interno il pacchetto pensioni con le novità da introdurre dal primo gennaio successivo. Ma l’ipotetica riforma delle pensioni non potrà che slittare a data da destinarsi nel 2023.
Come si andrebbe in pensione anticipata nel 2023 col nuovo Governo
Indice dei contenuti
Tra proposte dell’INPS, dei sindacati, delle varie parti politiche e via dicendo, sulle pensioni in questi mesi si è detto tanto. Per via della situazione di Governo, lo scenario a cui gli italiani dovranno abituarsi è quello di un pacchetto previdenziale nella manovra, privo di sostanziali novità. Evitare che di colpo si torni a misure previdenziali prive di quella sorta di flessibilità che in questi anni hanno dato alcune misure vigenti impone un ragionamento. Ci sono tre misure che dovrebbero cessare a fine anno, almeno in base alla data di termine prevista. Misure però che alla luce di quando sta accadendo, hanno discreta possibilità di venire prorogate. Ad oggi infatti non è esercizio azzardato ipotizzare che tutte e tre le misure che scadranno il 31 dicembre 2022, verranno prolungate di un altro anno nella Legge di Bilancio.
Tre vie di uscita anche nel 2023
Restando nel campo delle ipotesi, come è inevitabile fare dal momento che l’Italia si appresta a cambiare guida. Come si andrebbe in pensione anticipata nel 2023 può essere facilmente immaginabile. Si aprono le porte ad un altro anno di Opzione donna. Ipotizzando che i requisiti restino inalterati rispetto al passato, la pensione contributiva con il regime sperimentale donna si aprirebbe anche a quelle che raggiungono i requisiti entro il 31 dicembre 2022. In altri termini potrebbero avere la possibilità di lasciare il lavoro, le lavoratrici che maturano 58 anni di età e 35 di contributi entro la fine del corrente anno.
L’altra misura che scade il 31 dicembre prossimo e l’APE sociale. Ed anche questa potrebbe essere allungata di un altro anno. Permettendo il pensionamento a chi i 63 anni di età ed i 30 o 36 anni di contributi versati li completa nel 2023. Stesso discorso quindi per la Quota 102, misura nata per detonare e limitare i danni della chiusura di Quota 100. La misura è nata sperimentale per un solo anno, quindi solo per il 2022. Questo perché si prevedeva di mettere mano al sistema con una riforma più profonda proprio in vista del primo gennaio 2023. Gioco forza questa situazione viene meno adesso, e quindi appare probabile che la Quota 102 venga estesa di un altro anno. E pertanto, l’uscita dai 64 anni con 38 anni di contributi versati potrebbe aprirsi anche a chi completa la combinazione nel 2023.
Lettura consigliata
Tre nuove pensioni INPS nel 2023 con 63 o 64 anni di età per tutti