Una parte delle cartelle esattoriali di un contribuente verranno cancellate automaticamente. Un’altra parte andranno pagate, ma con sconti e dilazioni di pagamento. Questo ciò che è alla base della nuova sanatoria delle cartelle che il Governo Meloni ha introdotto per il 2023.
Ma ci sono aspetti da approfondire su questa grande tregua fiscale come la chiamano adesso al Governo. Infatti servono opportuni chiarimenti per quanti per esempio si ritrovano con fermi amministrativi delle auto, tra preavvisi e provvedimenti già adottati.
Come sfruttare la sanatoria delle cartelle esattoriali dalla cancellazione alla rottamazione
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Le cartelle di importo più basso e più vecchie come data, saranno automaticamente cancellate d’ufficio. Si tratta delle cartelle che riguardano somme affidate entro il 2015 all’agente della riscossione. Essendo entro il 2015, si tratta di crediti che un ente vantava nei confronti di un contribuente ma affidato all’incasso ad Equitalia. Ma solo se l’importo di queste cartelle per singolo debito è inferiore a 1.000 euro.
Le cartelle diverse da queste, diventate tali tra gennaio 2000 e giugno 2022, finiscono invece nella rottamazione. Al netto delle sanzioni e degli interessi, queste cartelle potranno essere saldate dai contribuenti a rate. In tutto 18 rate, una ogni tre mesi a partire dal luglio 2023 e fino al mese di novembre del 2027. Un lungo periodo che però espone a delle considerazioni riguardo per esempio il fermo amministrativo dell’auto.
Rata unica o piano di rateizzazione? Non ci sono possibilità diverse per levare le ganasce fiscali
Sono molti i contribuenti che si chiedono come sfruttare la sanatoria delle cartelle esattoriali per eliminare, per esempio, le cosiddette ganasce fiscali. Parliamo del fermo amministrativo auto, una delle iniziative più usate dal concessionario alla riscossione per costringere un contribuente a saldare i debiti delle cartelle esattoriali. L’agente della riscossione adotta questo provvedimento che di fatto, pur lasciando nella piena disponibilità degli interessati il veicolo, non permette di usarlo, di venderlo o di rottamarlo. Adesso che entrerà in vigore la sanatoria, per le cartelle cancellate d’ufficio i contribuenti non devono fare nulla se non controllare quali sono effettivamente le eventuali cartelle rimaste a loro carico al netto di quelle depennate automaticamente. Per la rottamazione invece serve la domanda. E se un contribuente ha un preavviso di fermo, non ancora trascritto, la domanda di definizione agevolata delle cartelle porta alla sospensione del fermo che non produrrà effetti.
Se invece il fermo è stato già applicato all’auto, non basta la domanda di rottamazione delle cartelle per la sospensione. E non servirà nemmeno il pagamento della prima rata prevista per il 31 luglio 2023. Infatti come prassi, il fermo amministrativo su un veicolo viene levato quando il contribuente paga tutto l’intero ammontare del debito. Quindi, per chi vuole uno sblocco più rapido rispetto al mese di novembre del 2027 (ultima delle 18 rate della rottamazione), potrebbe pagare entro il 31 luglio 2023, non la prima rata del piano, ma l’intero ammontare del debito. Oppure dovrà scegliere un rientro meno lungo di 18 rate, perché il piano di rateizzazione è lasciato alla facoltà del contribuente che aderisce alla sanatoria.