Come scoprire l’animale spirito guida con queste 3 tecniche di meditazione

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Riconnettersi alla propria spiritualità può essere un percorso molto gratificante, anche se è particolarmente difficile. Tutti arrivano ad un certo punto della propria vita in cui desiderano scoprire qualcosa di più su se stessi. L’interiorità, nel Mondo moderno, sta diventando un valore sempre meno perseguito. Eppure, essa fa parte dell’essere umano. Un modo molto bello per ritrovare un senso interiore è quello di scoprire il proprio animale guida. Che sia un lupo, una civetta, un pipistrello o una farfalla, l’animale spirituale può aiutare a riconnettersi con la natura.

La cosa più interessante è che non servono test per scoprire l’animale spirito guida di ciascuno. Come scoprire l’animale spirito guida è una ricerca che passa più per la meditazione che per un semplice giochino su internet. È importante sapere che non sono le persone a scegliere la propria guida spirituale, ma è esattamente il contrario. L’animale guida va onorato e rispettato.

Attenzione: non è detto che si tratti di un animale simpatico, dolce, carino e coccoloso. Parte del percorso sta anche nell’accettare con consapevolezza l’animale che si offrirà come propria guida. Anzitutto, bisogna partire proprio da qui: dalla consapevolezza. Bisogna lasciarsi alle spalle la caotica presenza della città e passare più tempo nella natura. Non per andare in cerca del proprio animale spirituale, ma piuttosto per farsi trovare. Non basta una semplice passeggiata: il bosco e le creature che lo popolano vogliono essere ascoltate. Sta a chi affronta questo percorso aprirsi per ascoltarle.

Come scoprire l’animale spirito guida con queste 3 tecniche di meditazione

Gli animali sono esseri intelligenti. Per capirlo bisogna necessariamente passare più tempo nella natura, vicini a loro. In questo modo si imparerà a percepirli in un modo diverso. Ovviamente non si tratta di un’intelligenza umana, scientifica: non è quella qualità che fa risolvere i problemi matematici. È più qualcosa che riguarda l’istinto, la saggezza naturale che tutti gli esseri viventi possiedono e apprendono per il semplice fatto di appartenere ad una specie. Questo non vuol dire assolutamente umanizzare gli animali: essi non sono esseri umani, non sono persone. Anche capire questa differenza e valorizzarne il significato aiuta nella ricerca del proprio animale guida.

La terza tecnica riguarda proprio la meditazione e la preghiera. Sì, anche la preghiera può aiutare a riconnettersi con la propria spiritualità più selvatica. Non esistono risposte precise alle domande che tutti si portano dentro, ma ragionarci su e imparare a liberare la mente da esse è sicuramente un grande passo avanti. In questo caso, la cosa migliore da fare è trovare uno spazio nella natura da trasformare nel proprio piccolo tempio sacro. Può essere anche la panchina in un parco, o un masso dove sedersi in riva al fiume. Può volerci del tempo per scoprire il proprio animale guida, perché tutti i cambiamenti più belli richiedono pazienza. Nel frattempo, questo lavoro sulla propria consapevolezza, presenza mentale e spiritualità sarà sicuramente proficuo.

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