L’IBAN è il sistema utilizzato da anni per indicare univocamente un conto corrente. Questo codice alfanumerico consente di identificare la banca, la filiale ed il numero di conto su cui effettuare un’operazione. Alcuni dei caratteri dell’IBAN permettono ai sistemi informatici delle banche di effettuare istantanei controlli sulla correttezza del codice inserito. In questo modo si evitano possibili errori come, ad esempio, di effettuare un bonifico verso un conto sbagliato.
L’IBAN, però, non indica il nominativo dell’intestatario del conto, né dice se si tratta di un privato cittadino, un’azienda o un’istituzione pubblica. In questo articolo scopriremo come risalire all’intestatario di un conto corrente e a cosa possono servire queste informazioni. Ricordiamo che fornire a terzi il proprio codice bancario non costituisce alcun pericolo, come abbiamo approfondito in un recente articolo.
Un dato noto solo alla banca
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Al momento dell’apertura di un conto corrente, la banca provvede ad assegnare uno specifico codice IBAN al cliente. Ogni banca può decidere di conferire un numero di conto a propria scelta che deve seguire solo alcune regole generali. Gli istituti di credito devono, infatti, utilizzare specifici codici che identificano la propria filiale e inserire dei caratteri di conferma. Per questo, nessuno, se non la banca che lo ha attivato, può conoscere l’intestazione di un conto corrente.
Le banche devono però comunicare all’anagrafe tributaria presso l’Agenzia delle Entrate gli estremi di tutti i rapporti intercorrenti con la clientela. Il Fisco può, quindi, procedere a verifiche ad personam in maniera autonoma e sistematica. Insomma, capire come risalire all’intestatario di un conto corrente può essere molto facile per l’Erario ma quasi impossibile per un cittadino.
Come risalire all’intestatario di un conto corrente
Se il titolare è oggetto di un’azione di pignoramento, i relativi conti bancari sono noti alla cancelleria del tribunale. Queste informazioni non sono però pubbliche e un cittadino non ha alcuna facoltà di accedervi. Il Consiglio di Stato ha, però, stabilito un caso in cui chiunque può consultare l’anagrafe tributaria e conoscere i dati relativi all’intestazione dei conti correnti.
Con le sentenze n. 5345 e n. 5347 del 2019, i giudici hanno autorizzato la diffusione di questi dati a tutela del diritto all’assegno divorzile. Insomma, con queste sentenze un avvocato sa come risalire all’intestatario di un conto corrente durante una causa di separazione o divorzio. Quando invece dobbiamo semplicemente effettuare un pagamento, il modo più semplice per evitare errori è chiedere direttamente all’interessato. Dovendo ricevere dei soldi, non avrà infatti alcuna remora a fornire i propri estremi bancari e la loro esatta intestazione.