Le stufe a legna o a pellet hanno ormai sostituito in tante case il classico camino. A partire dall’avvento del termocamino è stato subito chiaro che c’erano modi per disperdere meno calore. Questo grazie anche alla struttura con sportello in vetro. In più il costo contenuto del pellet rispetto al legname è stato sicuramente un fattore determinante.
La manutenzione è minima, il pellet non costa molto e riscalda tanto e il calore viene preservato. Poco importa che il vetro si annerisca e vada pulito ogni giorno, basta usare un trucco della nonna. Basta utilizzare la cenere per dire addio ai vetri anneriti.
Come riconoscere e capire se il pellet è buono e di qualità per non rovinare la stufa, riscaldarci e risparmiare
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Se possediamo già una stufa a pellet sappiamo già che non tutto il pellet è lo stesso. Venduto in sacchetti di vario peso, avremo sicuramente notato che non tutti bruciano allo stesso modo. Qualche varietà ci è durata più tempo producendo parecchio calore altre invece si sono consumate subito. Non solo costringendoci ad un’ulteriore spesa ma neanche tenendoci bene al caldo.
Per questo motivo prima di acquistare un sacchetto di pellet che sembra conveniente bisogna controllare alcune caratteristiche. Il pellet non è altro che un combustibile ricavato direttamente dal legno. A volte si usano gli scarti di lavorazione altre invece a partire dal tronco vero e proprio.
Come capire se il pellet è di qualità
È sempre bene scegliere pellet italiano o comunque approvato dalla Comunità Europea. Questo già garantisce che il prodotto risponda a determinati standard per essere venduto. Non facciamoci ingannare dal colore, non è quello che fa la differenza.
Controlliamo sulla confezione il potere calorifico, uno ottimale è tra 4,5 a 5,5 kWh/kg. Un altro indicatore è il residuo di cenere che dovrebbe essere minore dell’1%. Più è basso questo valore e migliore sarà la qualità del pellet.
Ma oltre a leggere le informazioni sulla confezione c’è un modo più pratico?
Si possono testare i cilindretti in due modi diversi. Il primo più semplice consiste nel prenderne un po’ in mano o controllare il sacco chiuso. Se il pellet si sbriciola facilmente e ci sono tanti residui nel sacco allora non è molto pregiato. Un buon combustibile è compatto e ben compresso, in questo modo brucerà meno velocemente.
Poi c’è la prova dell’acqua, semplice da realizzare basterà prendere una manciata di pellet. Immergerla in un bicchiere d’acqua e vedere se l’acqua si intorbidisce. Se il pellet va a fondo e l’acqua resta limpida allora il prodotto è di qualità.
Ecco come riconoscere e capire se il pellet è buono e di qualità per non rovinare la stufa, riscaldarci e risparmiare. Oltre alla qualità del pellet è fondamentale anche la manutenzione della nostra stufa per una resa migliore. Per una pulizia veloce di cenere e tubi potrebbe bastare una soluzione casalinga. Ma procediamo ad una pulizia professionale almeno una volta ogni 1 o 2 anni.
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