Come richiedere all’INPS un bonus di 280 euro per cefalea cronica

cefalea

Insieme agli Esperti di Redazione valuteremo come richiedere all’INPS un bonus di 280 euro per cefalea cronica. Ci siamo già occupati delle agevolazioni e delle misure previdenziali che spettano ai contribuenti che soffrono di intensi attacchi di emicrania. Nell’articolo “Le 3 forme di emicrania e cefalea che danno diritto all’assegno di invalidità” abbiamo dato indicazione per ottenere la pensione. Occorre tuttavia specificare che hanno diritto all’assegno pensionistico solo i pazienti cui la Commissione sanitaria INPS riconosce un’elevata percentuale di inabilità al lavoro. Esiste comunque la possibilità di fruire di un sussidio economico che funga da ammortizzatore per tutti coloro che sostengono spese mediche per la patologia cronica.

Risale al 28 marzo 2018 il disegno di legge n. 184 che conteneva disposizioni relative alla necessità di inserire la cefalea primaria cronica fra le malattie sociali. E ciò in considerazione dell’enorme diffusione della patologia e soprattutto della grave limitazione e compromissione che la stessa causa. Con il team di Redazione capiremo come richiedere all’INPS un bonus di 280 euro per cefalea cronica alla luce delle più recenti normative. Ricordiamo infatti che lo scorso 9 luglio 2020 il Senato ha ammesso la cefalea primaria cronica fra le malattie sociali che possono determinare disabilità.

Come richiedere all’INPS un bonus di 280 euro per cefalea cronica

Corrisponde a malattia sociale l’emicrania cronica, la cefalea cronica, quella a grappolo, quella parossistica, quella nevralgiforme unilaterale e continua. Per ottenere l’ammortizzatore economico occorre dimostrare di soffrire di cefalea da almeno un anno dall’invio della richiesta all’INPS. L’importo preciso del bonus è pari a 279,47 euro e spetta unicamente ai contribuenti che presentano un reddito ISEE inferiore a 4.800,38 euro. L’INPS eroga l’indennizzo per 13 mensilità ai soggetti richiedenti che abbiamo tra i 18 e i 65 anni. Dapprima sarà il medico curante a redigere il certificato da inviare alla Commissione legale dell’Ente previdenziale. In seguito il paziente dovrà sottoporsi ad una visita di accertamento che attesti l’effettiva limitazione della vita quotidiana di cui è responsabile la patologia.

Consigliati per te