Redigere un testamento olografo si configura come uno degli atti più intimi di chi affida al carattere privato della scrittura l’espressione della propria volontà. Calziamo per un attimo le scarpe di colui che si ritrova con uno scritto vergato da una mano cara. Il primo bene ereditato è nel pezzo di carta che in filigrana reca le intenzionalità della persona amata. Odora di tenerezza e nostalgia la grafia, forse ormai insicura, che ha consegnato alla pagina bianca la narrazione di una storia futura. Perché ciò che si lascia per il godimento altrui racconta vicende che il defunto vivrà in modo vicario nell’avvenire di figli e persone care. Donare i propri beni equivale a stendere fili di aggancio con quanti hanno arricchito, talora con la sola presenza, l’alternarsi delle stagioni di vita.
Come redigerlo senza notaio
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La scelta di affidare alla scrittura privata le proprie disposizioni può rispondere ad esigenze di natura diversa. Potrebbe essere dettata dal desiderio di rendere nota la propria volontà solo ai precipui destinatari o, più semplicemente, da ragioni di ordine economico. Non comporta alcuna difficoltà, ma conviene sapere come redigere un testamento olografo perché lo stesso abbia la validità che si intende conferire.
Si potrebbe facilmente inciampare in errori di carattere procedurale ecco perché alcuni preferiscono rivolgersi al notaio che provvede ad autenticare lo scritto vergato dal testatore. Redigere un testamento olografo non implica il ricorso al notaio e non richiede spese. Il testamento potrebbe subire ritocchi e aggiustamenti nel corso del tempo e in presenza di più scritti testamentari solo quello più recente potrà vantare validità.
Come redigere un testamento olografo
Stando al dettato dell’art. 602 del Codice civile, il testamento olografo deve riportare la data della scrittura, la firma autografa e le ultime volontà. Per non esporre il documento al rischio di essere annullato, occorre scriverlo di proprio pugno su qualunque supporto e con grafia leggibile. La forma testamentaria olografa deve riportare la grafia dello scrivente, pertanto non presenta validità un documento digitato sul computer con la firma in calce.
Di recente anche il ricorso allo stampatello ha ricevuto approvazione, ma resta preferibile vergare il testamento con l’abituale grafia. Si deve inoltre aver cura di firmare ogni foglio nell’evenienza in cui il documento consti di più pagine. Benché sia ammesso l’utilizzo di nomignoli, vezzeggiativi o pseudonimi, la prudenza raccomanda di rinunciare agli stessi per scongiurare penosi fraintendimenti. Ricordiamo infine che anche la data del testamento olografo deve essere vergata dalla mano del testatore per evitare l’annullabilità dello stesso.
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