Il Governo Meloni avrebbe in cantiere di varare una riforma delle pensioni a partire dal 2024. Ciò che è stato fatto nel 2023 infatti è soltanto un prendere tempo rispetto all’obiettivo finale che il Governo si è prefissato di raggiungere entro i 5 anni di durata della legislatura.
Molti si chiedono cosa accadrà sulle pensioni nei prossimi 12 mesi, ma al netto di qualche novità introdotta nel2023, la vera rivoluzione si i materializzerà nel 2024. A chi si pone queste domande non c’è altra risposta diversa da quella che bisognerà attendere.
Come potrete andare in pensione con la riforma 2024
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Hai 40 anni di contributi e ti chiedi come potrai lasciare il lavoro nei prossimi mesi? La risposta è semplice, perché nel 2023 per chi ha 40 anni di contributi versati le occasioni per lasciare il lavoro sono poche. Potrai andare in pensione per esempio con l’APE sociale, perché bastano 36 anni di contributi versati (ma anche 30 per disoccupati, caregivers e invalidi). Ma oltre ad appartenere a categorie particolari come i lavori gravosi, servono anche 63 anni di età. Significa che chi non ha questa età non potrà andare in pensione nonostante abbia 40 anni di contributi versati. Nel 2024 però potranno andare in pensione i lavoratori con 41 anni di contributi versati a prescindere dall’età. Questo almeno è il progetto della Quota 41 per tutti che resta uno dei canali preferenziali su cui sta operando il Governo.
La nuova pensione anticipata ordinaria cambia soglia?
Il passaggio alla Quota 41 per tutti è assai importante. Potreste andare in pensione con 41 anni di contributi come fosse una nuova pensione anticipata ordinaria. Infatti oggi per tutto il 2023 (e sarà così fino al 2026), la pensione anticipata ordinaria si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. L’introduzione della Quota 41 per tutti, che al momento è solo una ipotesi, potrà di fatto accorciare la carriera utile alle pensioni distaccate dai limiti di anagrafici. Uno sconto di un anno e dieci mesi per gli uomini è di 10 mesi per le donne dal momento che per loro la pensione anticipata ordinaria odierna è ferma ancora ai 41 anni e 10 mesi di contributi da versare prima citati.
Come potrete andare in pensione con la riforma quindi parte da Quota 41, ma probabilmente anche dalla flessibilità a 62 o 63 anni. Infatti la misura parallela che potrete sfruttare sarà quella che consente il pensionamento flessibile una volta raggiunta la soglia contributiva utile. Che sia la pensione in due quote come proposto dl Presidente INPS Pasquale Tridico (una quota contributiva a 63 anni, la quota retributiva a 67 anni), oppure con tagli lineari per anno di anticipo come una vecchia proposta prevedeva (DDL 857 di Damiano), poco cambia. La flessibilità è un fattore che il sistema previdenziale probabilmente avrà dal 2024. Sempre che le ipotesi diventino realtà.