Non c’è nessun premio in soldi per chi vince il Festival se non un rimborso spese. Ma allora perchè si partecipa al Festival? Molto semplice! La vittoria porta a una notorietà internazionale, a vendere molti dischi, a partecipazioni in tramisisoni televisive e a concerti in giro per il Mondo. Oggi non vogliamo fare i conti in tasca a chi vincerà la kermesse, non ci interessa quale potrebbe essere il suo attuale patrimonio, ma vogliamo analizzare attraverso le serie storiche come potrebbe investire e far fruttare i suoi soldi chi vincerà il Festival di Sanremo?
Il nostro non è un consiglio, ma è un analisi delle serie storiche semplice e neutrale di quale siano gli investimenti che nel tempo si sono rivelati vincenti dal 1898 ad oggi.
Chi sono i favoriti?
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Secondo i bookmakers i favoriti sono Marco Mengoni di 34 anni, seguito da Ultimo di 27 anni e poi da Lazza di 28 anni. Sono tutti e tre molto giovani.
Chi ha vinto il Festival nel tempo ha costruito anche imperi, ci riferiamo ad esempio a Eros Ramazzotti, il cui patrimonio viene stimato intorno ai 275 milioni di euro, oppure i Maneskin che nonostante un bilancio del 2022 che ha visto i componenti del gruppo guadagnare circa 50 mila euro a testa, si presuppone una carriera in forte ascesa con guadagni straordinari nei prossimi anni.
Come potrebbe investire e far fruttare i suoi soldi chi vincerà il Festival di Sanremo?
I cantanti come gli scrittori guadagnano sul Diritto di Autore, e questo gli garantisce delle rendite nel tempo quasi costanti. La storia di tutti i giorni ci riporta di personaggi del mondo dello spettacolo che sono andati sul lastrico. Come mai? La spiegazione è semplice: hanno investito non male, ma malissimo i loro guadagni!
Come si potrebbero far fruttare queste rendite?
Innanzitutto una scelta oculata potrebbe essere quella di sottoscrivere un fondo pensione (la loro pensione forse sarà da fame!), e data la lunga durata sarebbe preferibile sovrappesare la componente azionaria. Inoltre, per coloro che volessero accumulare un capitale nel tempo attraverso un PAC (dollar cost average), riportiamo un nostro calcolo su chi ha investito per 40 anni al 4% e al 10%. Il primo è il rendimento attuale dei BTP (titoli di Stato poliennali), e negli anni i titoli di Stato hanno reso anche molto ma molto di più. Il secondo quello del Dow Jones (Borse mondiali) in base alle serie storiche dal 1898 ad oggi.
Rendimento delle due ipotesi:
1 euro accumulato al giorno per 40 anni al 4% annuo avrebbe portato al seguente risultato:
35.000 € con un investimento di 14.600 €;
per chi invece avesse investito la stessa somma sui mercati azionari:
161 mila euro con un investimento di 14.600 €.
Chi decidesse di investire sui mercati azionari dovrebbe preferire le Borse mondiali diversificate in base al PIL (America 50%, Europa 30% e 20% Asia e Paesi Emergenti.
E invece i capitali una tantum che verrebbero dai concerti e dalle tournè?
Potrebbero essere invsetiti in Borsa. Infatti, in base alle serie storiche chi investe in ottica di 10 anni in qualsiasi momento (ribasso o rialzo) dopo 10 anni ha probabilità quasi del 90% di ottenere un rendimeno positivo, a 20 anni del 97,5% circa.
I capitali e i patrimoni andrebbero diversificati. Ad esempio si potrebbe investire anche in qualche buono fruttifero postale o in immobili da affittare e mettere a rendita. E il conto corrente? Meno si parcheggia su questo strumento di liquidità e meglio è! Perchè non è un investimento, anzi spesso rappresenta un costo, e nel tempo si potrebbe rivelarsi un investimento sbagliato. Come abbaimo visto chi investe nel tempo potrebbe far fruttare meglio i suoi soldi.