Il 30 giugno scorso sono scaduti i termini per presentare la sanatoria delle cartelle esattoriali meglio conosciuta come rottamazione delle cartelle. In origine le domande dovevano scadere il 30 aprile ed invece poi con la proroga ci sono stati due mesi di più per le istanze. Adesso si attendono le risposte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Come pagare le cartelle esattoriali in misura agevolata? Vediamo cosa fare per ottenere questo risultato.
Si tratta delle risposte alle istanze presentate dai contribuenti. Ma va detto che alla luce di evidenti problematiche su questa rottamazione, i contribuenti possono trovare conveniente fare altro. Godendo di rate migliori almeno dal punto di vista degli importi.
Come pagare le cartelle esattoriali in misura agevolata senza sanatoria o per chi ha perso la rottamazione delle cartelle
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Le domande della rottamazione delle cartelle adesso attendono solo la risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Entro il 30 settembre l’Agente alla riscossione infatti dovrà rispondere ai contribuenti che hanno prodotto domanda. La risposta del concessionario alla riscossione che dal 2017 ha sostituito Equitalia può essere in tre modi. L’accettazione totale dell’istanza del contribuente, con tutte le cartelle inserite che finiscono dentro la rottamazione. La reiezione della domanda, ovvero istanza non accettata e benefici della rottamazione che saltano tutti. Oppure un parziale accoglimento delle domande, con alcune cartelle ammesse alla rottamazione ed altre no.
Pagamenti saltati, addio rottamazione cartelle, ma esiste la via alternativa
Poi toccherà al contribuente provvedere al passaggio successivo, cioè al pagamento delle rate concesse dall’ADER in base alla richiesta del diretto interessato. Le rate in totale sono massimo 18 ed in scadenza il 31 ottobre ed il 30 novembre 2023, e poi ogni 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno dal 2024 al 2027. Mancare un pagamento porta alla decadenza dal beneficio.
Le scadenze prima citate godono però di una fase di salvaguardia e tolleranza di 5 giorni. Se una delle rate non viene versata entro i 5 giorni successivi alla sua scadenza prefissata, ecco che si perde il beneficio della rottamazione. Va detto che le prime due rate, quelle tanto ravvicinate del 31 ottobre 2023 e del 30 novembre 2023, devono coprire il 20% del debito totale (10% a rata). E per importi rilevanti questo può essere un ostacolo per chi non riesce a pagare.
La rateizzazione ordinaria in aiuto dei contribuenti
Il contribuente può pagare le prime rate e saltare le altre, perdendo il beneficio della rottamazione e tornando a dover pagare l’intero debito senza sconti su sanzioni, aggi e interessi (ma al netto degli importi delle rate già pagate). Ma perdere il diritto agli sconti della rottamazione non è la fine del mondo. Sia per chi non ha fatto in tempo a presentare istanza nonostante la proroga, che per chi non pagando perde il vantaggio, c’è sempre la rateizzazione ordinaria. Non ci saranno sconti, anzi, ci saranno aumenti dovuti agli interessi applicati sulle rate. Ma un vantaggio c’è comunque.
Ed è quello delle rate più basse da versare. Ricorrendo alla rateizzazione ordinaria, senza gli sconti previsti dalla definizione agevolata, si godrà di piani di rateizzazioni più lunghi e maggiormente flessibili. Si possono spuntare fino a 6 anni di rate (72 rate mensili) o anche 10 anni (120 rate) se si dimostrano delle comprovate difficoltà economiche. E il mancato pagamento di una rata non fa perdere la rateizzazione. Infatti bisogna non pagare 8 rate del piano, anche non consecutive, per decadere dalla rateazione ordinaria.
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