Come pagare le cartelle esattoriali a rate da 50 euro e fino al 2033 senza sanatorie e condoni

Cartelle esattoriali-Foto da imagoeconomica

Il 2023 passerà agli annali come l’anno della rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Infatti la Legge di Bilancio entrata in vigore a gennaio 2023 ha introdotto tramite il suo classico collegato fiscale, la quarta edizione della rottamazione delle cartelle. Lo strumento che consente di pagare le cartelle esattoriali con sconti su aggio, sanzioni e interessi, ed in rate trimestrali, è stato sfruttato da molti contribuenti.

Le domande di quella che tecnicamente è stata definita come “definizione agevolata delle cartelle”, sono scadute il 30 giugno scorso. Adesso per quanti hanno deciso di non aderire o per chi non ha potuto farlo, non resta che la rateizzazione ordinaria di Agenzia delle Entrate Riscossione. Una via sempre disponibile questa e come vedremo, per certi versi anche migliore della rottamazione.

Differenze tra rottamazione e rateizzazione ordinaria delle cartelle esattoriali

Prima di capire come pagare le cartelle esattoriali a rate da 50 euro e fino al 2033 con la dilazione ordinaria, meglio vedere le differenze che quest’ultima ha con la rottamazione. Perché così si può comprendere perché un contribuente, anche per sua scelta, ha optato per la seconda via tralasciando la prima anche a costo di perdere sconti e agevolazioni. La rottamazione riguardava debiti affidati all’Agente della Riscossione entro il 30 giugno 2022. Per debiti diventati cartella di Agenzia delle Entrate Riscossione dopo quella data, niente rottamazione e solo rateazione ordinaria.

La rottamazione prevede sconti su sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, con rate trimestrali dal 2023 al 2027. La rateizzazione invece può arrivare in alcuni casi a 10 anni di rate mensili, e quindi se aperta adesso, fino al 2033. Inoltre le prime due rate della rottamazione, dovevano coprire il 20% del debito totale. Due rate pari al 10% a testa del debito complessivo che possono essere molto elevate di importo se la situazione debitoria è alta nonostante gli sconti.

Inoltre le prime due rate sono a scadenza ravvicinata, cioè il 31 ottobre ed il 30 novembre. Chiamarli disincentivi alla rottamazione non è certo esercizio azzardato.

Come pagare le cartelle esattoriali a rate da 50 euro e fino al 2033 senza sanatorie e condoni

Esiste sempre la possibilità di accedere ai piani di dilazione ordinari da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Perché a prescindere da condoni e sanatorie, chi ha debiti con gli Enti pubblici che poi sono diventati debiti con il Concessionario alla riscossione e quindi cartelle, può chiedere un rientro rateale. Ma deve presentare domanda all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Il numero massimo di rate ammesse è 72, cioè 6 anni di rate mensili con importi maggiorati di interessi al tasso legale di riferimento. Ma oggi vediamo come arrivare al numero massimo di rate possibili per chi ha particolari condizioni reddituali. Allegando alla domanda le prove della condizione economica di difficoltà che un contribuente sta vivendo, è possibile godere di un piano di dilazione di 120 rate e quindi a 10 anni.

Come aderire al piano straordinario di dilazione delle cartelle esattoriali

Resta fermo il vincolo, a prescindere dal numero di rate richieste, che ogni scadenza non deve essere inferiore a 50 euro. In pratica, solo se l’ammontare dei debiti supera i 6.000 euro comprensivi di interessi e sanzioni, un contribuente può ottenere il piano massimo di dilazione a 120 rate e di importo pari o di poco superiore a 50 euro. Se un contribuente ha 4.000 euro di debito, evidente che non possa aspirare a 120 rate perché sarebbero da 33,33 euro l’una. Troppo poco. Con 4.000 euro da rateizzare, il numero massimo di rate sarebbe 80. Per godere della rateazione massima, occorre allegare l’ISEE del nucleo familiare ed ogni altra prova della precaria condizione economica e reddituale che il contribuente sta vivendo. L’unica via quindi è l’istanza motivata. Con il Concessionario alla riscossione che deve valutare, per la concessione del beneficio, il reale stato di disagio economico del contribuente.

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Attenzione, molte famiglie non prenderanno più l’assegno unico se non presentano questa domanda adesso

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