Ristrutturare casa è senza dubbio una grossa spesa per le famiglie. Una spesa che non tutti possono permettersi. Sono pochi gli italiani che non hanno subito il pesante contraccolpo di una crisi economica enorme. Le esigenze e le urgenze delle famiglie sono diventate di colpo altre rispetto al mettere a posto casa. Ma con la più rilevante misura di agevolazione mai prevista, cioè il Superbonus 110%, ristrutturare casa è diventato più semplice e soprattutto, più economico. E anche le case non propriamente abitabili, le cosiddette unità collabenti (categoria catastale F/2), rientrano nel pacchetto.
Come ottenere velocemente il Superbonus 110% anche su ruderi o case inabitabili con questa semplice autocertificazione e senza certificato APE
Indice dei contenuti
Con il Superbonus le spese sostenute per le opere di ristrutturazione si recuperano interamente e producono il 10% in più di utile. Grazie ad una detrazione del 110% ogni 1.000 euro di spesa si recuperano 1.100 euro si sconti fiscali. Per via di un particolare meccanismo di gestione di questo credito, anche chi non ha soldi può sfruttare il Bonus. Infatti, si può cedere il credito ad una banca magari perdendo quel 10% di utile prima citato, ma di fatto non anticipando un centesimo per riparare casa. Oppure, c’è la via dello sconto in fattura. In pratica, significa cedere il credito fiscale all’impresa edile che effettuerà i lavori. In questo caso è l’impresa che sfrutterà il credito fiscale.
Due alternative alla detrazione personale che consente al contribuente interessato di scaricare dal proprio reddito il totale della spesa sostenuta, con il 10% di aggiunta ed in 10 rate annuali di pari importo. Ciò che pochi sanno, è che questa agevolazione può riguardare anche immobili fatiscenti, ruderi o i cosiddetti edifici collabenti.
Quando basta la semplice autocertificazione
Una casa senza il tetto o senza uno o più muri a chiusura per definizione è un edificio collabente. Recuperare un edificio di questo genere, come può essere anche un semplice rudere, fa parte proprio di quella macroarea che si chiama recupero del patrimonio edilizio. Per sfruttare l’agevolazione, però, è necessario avere un documento assai particolare. Si tratta della certificazione APE. È evidente che una certificazione di questo genere per un edificio non agibile, non può essere ottenuta dal proprietario.
In questo caso però basterebbe una semplice autocertificazione. È ciò che è stato confermato dal Ministero durante un’interrogazione parlamentare. Il MEF ha confermato che, anche se non è obbligatorio il certificato APE, l’impianto di riscaldamento deve essere presente anche se non funzionante. E questa presenza deve essere espressamente confermata dal richiedente. L’autocertificazione risponde alla domanda sul come ottenere velocemente il Superbonus 110% sulle case cosiddette collabenti. La presenza di un impianto di riscaldamento, infatti, è prevista anche dall’ecobonus e l’apparato normativo del superbonus non ha modificato niente di questa normativa. Le agevolazioni sulla casa e sul risparmio energetico quindi vanno di pari passo.
Lettura consigliata