I pensionati che hanno trattamenti previdenziali di basso importo possono avere diritto ad una serie di agevolazioni dall’INPS, che permettono di ricevere più di un assegno. Una pensione di importo basso può dipendere da una moltitudine di fattori. In primo luogo per chi ha carriere corte e con pochi anni di contributi. Poi per chi ha avuto durante la carriera salari e stipendi bassi. E poi per chi ha svolto lavori intermittenti e saltuari, magari con molto part-time. Come dicevamo però, l’INPS ha soluzioni atte a migliorare l’importo della prestazione percepita.
Come ottenere la pensione minima fino a 660 euro al mese e i limiti di reddito
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L’INPS offre ai titolari di trattamenti previdenziali troppo bassi alcune soluzioni che vanno dalle maggiorazioni sociali all’integrazione al trattamento minimo e fino alla quattordicesima mensilità. Somme aggiuntive sulle pensioni che il pensionato deve richiedere, magari sfruttando le comunicazioni reddituali periodiche da mandare all’INPS. Oppure chiedendo un ricalcolo della pensione per il tramite dello strumento della ricostituzione della pensione. Strumenti questi in vigore da oltre 30 anni (dal 1983) che i legislatori hanno introdotto anche per applicare norme costituzionali che prevedono la vita dignitosa dei cittadini come un diritto.
Come si calcola la pensione minima
Per pensione integrata al minimo si intende quella pensione che l’INPS liquida ad un pensionato applicando l’importo minimo previsto annualmente ed adeguato all’incremento del tasso di inflazione. Per l’anno 2022 la pensione minima indicizzata dallo scorso mese di gennaio risulta essere pari a 524,35 euro al mese. Nel sistema esiste una maggiorazione introdotta da uno dei Governi Berlusconi che si chiama “incremento al milione”. A determinate condizioni un lavoratore può ottenere una pensione di importo fino a 660,27 euro al mese. Sia l’incremento al milione, che il trattamento minimo o anche le altre maggiorazioni sociali, non si basano sulla pensione percepita ma sui redditi globali del pensionato. A tal punto che spesso le pensioni integrate al minimo non arrivano alle soglie massime previste (compreso l’incremento al milione), perché oggetto di incrementi parziali.
Come si effettua il calcolo dell’integrazione al minimo o delle maggiorazioni spettanti
La risposta alla domanda sul come ottenere la pensione minima non è di facile risposta proprio perché sono molteplici i fattori che incidono. I limiti di reddito in vigore oggi per le integrazioni al trattamento minimo INPS sono pari a 6.815 euro annui. In questo caso la soglia riguarda il singolo pensionato, cioè il non coniugato. Infatti anche i redditi del coniuge finiscono nel contenitore che serve all’INPS per calcolare l’ammontare dell’integrazione. È pari a 27.266 euro il limite per i coniugati.
Un pensionato single che ha una pensione pari a 400 euro al mese ma con un reddito superiore a 6.815 euro, ma entro 13.633 euro, è assoggettato ad una integrazione parziale. Infatti l’integrazione piena è appannaggio esclusivamente di chi ha redditi al di sotto della soglia prima citata. Oltre i 13.633 euro nessuna maggiorazione o integrazione spetta. Infatti 6.815 euro non è altro che il trattamento minimo da 524 euro al mese moltiplicato per 13 mensilità.
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