Arrivare alla pensione è l’obiettivo di gran parte dei lavoratori. Si versano contributi per una vita intera proprio per garantirsi un assegno al momento della vecchiaia. E quando l’assegno non rispetta le aspettative, oltre a una gran delusione c’è anche rabbia. Non tutti i contributi, infatti, sono utilizzati per il calcolo della pensione. E anche se questa sembra una situazione limite non lo è. Moltissimi sono i contributi che, pur versati e pagati, non sono trasformati in pensione. Ma perché questo accade? Alle volte dei versamenti sono inutilizzabili perché, magari, versati in casse previdenziali diverse. Come non perdere i soldi dei contributi silenti? In questo articolo andremmo a proporre diverse soluzioni al problema.
I contributi non utilizzabili possono essere recuperati
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Si tratta dei cosiddetti contributi silenti, ovvero quelli che rimangono inutilizzati. Si pensi, ad esempio, al lavoratore che versa 12 anni di contributi e, non raggiungendo il minimo di 20 non ha diritto alla pensione di vecchiaia. I suoi contributi sono, appunto, silenti. Quasi tutti coloro che hanno avuto carriere brevi e discontinue si trovano nella situazione antipatica di avere contributi silenti. Pagati ma inutilizzabili.
La domanda che molti si pongono in questo frangente è come recuperare il corrispettivo versato per la contribuzione inutilizzata e inutilizzabile. Partiamo dal presupposto che l’INPS non rimborsa la contribuzione versata. Anche se non è utile per una pensione e rimane, quindi, inutilizzata. L’unico modo per non perdere i versamenti effettuati, quindi, è quello di renderli utilizzabili.
Come non perdere i soldi dei contributi silenti versati all’INPS per la pensione e quando si può avere un rimborso
Il lavoratore deve sempre verificare la contribuzione versata. Per capire se può intervenire in qualche modo. Se il lavoratore, infatti, si rende conto che manca qualche anno di contribuzione per avere diritto alla pensione può decidere di riscattare qualche periodo, o versare contribuzione volontaria per raggiungere il limite.
Si deve tenere presente che, in alcuni casi, se i contributi sono stati versati dopo il 1995, la pensione potrebbe spettare anche a 71 anni. E non a 67. Spetterebbe anche con pochi anni di contributi. E queste sono tutte cose da valutare prima di intervenire sui contributi silenti.
Come abbiamo accennato, infatti, l’INPS non permette il rimborso dei contributi versati e non utilizzati per la pensione. I soldi versati, di fatto, non vengono quasi mai restituiti. Solo a specifiche condizioni l’istituto provvede a rimborsare gli importi dei contributi versati e sono:
- se i contributi sono stati versati ad una gestione previdenziale sbagliata;
- quando si sono versati contributi in eccedenza;
- se sono contributi indebiti;
- nel caso che il lavoratore sia iscritto a casse private professionali (in questo caso secondo quanto previsto dalla singola cassa);
- se non c’è un rapporto di lavoro assicurabile.
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