Oggi sono sempre più frequenti gli acquisti di beni e servizi online. Sono moltissime e molto famose le aziende che offrono queste possibilità. Oltretutto spesso hanno prezzi più bassi di quelli dei negozi fisici e consegnano la merce ordinata nel giro di pochi giorni. Capita, però, che il prodotto che ordiniamo non funzioni o sia difettoso. Molto spesso le grandi aziende che vendono e consegnano beni e servizi hanno un sistema semplice di reso e rimborso. Quando, però, questo non è previsto oppure è passato il termine per restituire la merce, e solo dopo ci si accorge del difetto, ci si chiede cosa fare.
Le norme da conoscere
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Le norme importanti da conoscere per sapere come non farsi ingannare quando si riceve un prodotto difettoso, sono principalmente tre. L’articolo 1490 del codice civile prevede che il venditore è tenuto a garantire che l’oggetto venduto non abbia vizi e sia idonea all’uso a cui è destinato. Le altre due norme appartengono al codice del consumo, sono quindi specifiche per i rapporti tra aziende e consumatori. In particolare l’articolo 52 che prevede il recesso del consumatore e l’articolo 130. L’articolo 52 offre la possibilità al consumatore che acquista un bene, di restituirlo entro 14 giorni senza dover motivare la sua scelta.
Non importa che la ragione del reso sia che il prodotto non funzioni, non gli piaccia oppure semplicemente che abbia cambiato idea sull’acquisto. Entro i 14 giorni il consumatore potrà rispedire il prodotto e riavere indietro il denaro qualunque sia il motivo.
L’altra norma è l’articolo 130, sempre del codice del consumo. Essa prevede che il venditore sia responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità del bene al momento della consegna del bene. Tale garanzia dura due anni. Il codice civile prevede, poi, che chi scopre il vizio di un bene abbia 8 giorni per denunciarlo dal momento della scoperta.
Mentre il codice del consumo prevede un termine più ampio, cioè due mesi sempre dal momento della scoperta. Oltretutto se il difetto si presenta entro i primi 6 mesi dall’acquisto si presume come esistente dall’inizio. A questo punto, fatta la denuncia, il compratore-consumatore ha tre scelte. Può chiedere la restituzione del danaro, o che il bene venga cambiato con uno nuovo oppure la sua riparazione. Infine, può chiedere anche una riduzione del prezzo pagato.
Come non farsi ingannare quando si riceve un prodotto difettoso ottenendo sempre il risarcimento
Occorre prestare molta attenzione nel rispettare i termini indicati di denuncia. La Corte di Cassazione con l’ordinanza 5558 del 21 febbraio 2022, ha condannato l’acquirente di alcuni beni per lite temeraria. Infatti, il ricorrente in questione aveva chiamato in giudizio il venditore solo dopo diverso tempo dalla prima richiesta di pagamento del prezzo del bene acquistato. Il compratore non si era mai lamentato dei vizi del bene alle prime richieste di pagamento del venditore. I giudici hanno anche osservato che era mancata la contestazione dei vizi del bene entro i termini previsti dalla legge. Dunque non solo il ricorrente ha perso la causa e ha dovuto pagare l’interno prezzo della merce acquistata ma è anche stato multato per lite temeraria.