Come investire in recessione e vincere i mercati nel lungo termine?

Come costruire una strategia di investimento vincente

Come investire in recessione e vincere i mercati nel lungo termine? Fatta la domanda, proviamo a elaborare un minimo di risposta sensata e statisticamente interessante. Per cui saremo molto tecnici ed eviteremo i preamboli. Il primo punto di partenza è dato dalla lettura del contingente: l’attuale fase dei mercati ha tutta l’aria tipica della recessione. I grafici a timeframe mensili degli indici e delle azioni sono tutti proiettati al ribasso: non si sfugge e non è un trend di breve. Pensare quindi di comprare oggi e di rivendere fra qualche settimana in forte guadagno equivale a pensare di fare un terno al lotto.

Può succedere, ma fa parte delle probabilità residuali e non di quelle maggioritarie. Meglio desistere. Per vincere i mercati occorre invece operare solo con le probabilità a favore, ossia con almeno 2 casi su 3 a favore, per intenderci. Ne va infatti di mezzo l’integrità del nostro portafoglio, che va invece salvaguardata: altro punto fermo. Vediamo allora qualche piccola strategia vincente e replicabile di lungo termine (6/10 anni).

La “Dollar-Cost Averaging” strategy

Come investire in recessione e vincere i mercati nel lungo termine? Una semplice tecnica che possiamo sfruttare è la famigerata “Dollar-Cost Averaging” strategy, traducibile con una sorta di “PAC fai-da-te”. Essa consiste nell’approcciare ai mercati “a piccole dosi d’acquisto” ma scaglionate nel tempo (bi/tri/quadri/semestrale). Nel concreto si sceglie un asset e lo si approccia (= ossia acquista) più volte al fine di ridurre l’impatto della volatilità sull’acquisto complessivo. E nella speranza di ottimizzare il prezzo medio di carico.

Le compere avvengono poi indipendentemente dal prezzo dell’attività, per eliminare la componente soggettiva, tipo la ricerca dei bottom. Completata la fase degli acquisti scatta quella dell’attesa, ossia quella in cui ragionevolmente ci si attende l’asset debba rivalutarsi nel tempo. Quando poi i mercati sono maturi si liquida il tutto. Un pò la filosofia tipica del bravo contadino: semino, coltivo e poi raccolgo. Aggiungiamo adesso il parametro-tempo.

La “ciclicità dei decenni”

Come investire in recessione e vincere i mercati nel lungo termine? Introduciamo adesso il grafico seguente: poniamo il tempo in ascissa e la performance sull’asse delle y. Ora, è storicamente dimostrato che spesso nei primi due anni di ogni nuovo

decennio siano quelli in cui ricada maggiormente una recessione e il bottom decennale dei mercati. Non si tratta di una legge matematica, ma spesso le cose sono andate così. Forniamo alcuni esempi, prendendo a riferimento l’S&P 500 e limitandoci solo ai decenni a noi più vicini: la crisi delle dot.com scoppiò negli anni 2001-2002. La crisi dei subprime dispiegò il grosso dei crolli tra il 2009 e il 2011.

Andando indietro nel tempo un altro crollo dell’indice lo si è avuto tra il 1990 e il 1991. Ossia “in genere” nelle ultime tre decadi si è avuto che le forti correzioni dei listini azionari mondiali siano coincise all’incirca coi primi due anni del decennio in questione. Varrà anche per quello appena iniziato? Per avere risposte certe dovremmo avere la sfera di cristallo o poteri divini, non-umani. Essendo invece umani (e quindi fallibili) ci avvaliamo della statistica per provare a “sfruttarla” per quel che si può.

La strategia di investimento migliore

Torniamo a noi. Se dovesse valere questa “ciclicità del decennio”, sarebbe allora una saggia idea quella di programmare oggi tot acquisti periodici su un dato asset. Si può optare per lo strumento fondo comune d’investimento o per un ETF. Il primo è più costoso del secondo e non sempre rende quel che promette (ossia fare meglio del benchmark di riferimento). Scelto lo strumento, si potrebbe ad esempio pensare di fare acquisti fino al dicembre 2022, massimo inizi del 2023. Poi scatterebbe la fase dell’attesa, all’incirca 5/7 anni, durante i quali l’asset, tra saliscendi, di norma si proietta verso i suoi massimi.

Anche qui forniamo alcune prove, sempre prendendo a riferimento l’S&P 500 (timeframe mensile). Ad esempio nel decennio 1990-2000, il picco di periodo è caduto nel 2000. Nel decennio 2000-2010, il picco si è registrato nel 2008. Infine, nel decennio appena chiuso il picco lo si è avuto a gennaio 2020. Potrebbero essere pure tre coincidenze, per carità, ma è impossibile non notarle o girarsi dall’altra parte. Agatha Christie diceva che un indizio era solo un indizio e stop.

Che due indizi le iniziavano invece a suscitare interesse. Mentre per lei tre indizi costituivano già una (prima e rudimentale?) prova …

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