Il 23 gennaio con ENEL e SNAM è iniziato il festival dei dividendi distribuiti a Piazza Affari. Oggi, infatti, i due titoli hanno staccato l’acconto sul dividendo, rispettivamente pari a 0,2 € e a 0,11 €. Come hanno reagito ENEL e SNAM allo stacco del dividendo? Su quali azioni puntare?
Come hanno reagito ENEL e SNAM allo stacco del dividendo?
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L’acconto staccato ha avuto un peso del -3,69% e del -2,66% per ENEL e SNAM, rispettivamente. Entrambe, invece, hanno inciso per lo 0,46% sull’andamento del listino principale. Il fatto, quindi, che il listino abbia guadagnato lo 0,18% è un ottimo segnale di forza. Nonostante una zavorra dello 0,46%, infatti, è riuscito a chiudere in positivo.
Cosa è accaduto ai due titoli in questione, invece?
ENEL a fronte di una cedola di 0,2 € ha perso 0,184 €. Teoricamente, quindi, ha chiuso al rialzo al netto del dividendo staccato. SNAM, invece, a fronte di uno stacco di 0,116 € ha perso 0,133 €. In questo caso, quindi, il titolo ha chiuso in negativo dimostrando una maggiore debolezza rispetto al colosso elettrico.
Quali potrebbero essere le prospettive per i due titoli?
Il titolo ENEL
Il titolo ENEL (MIL:ENE) ha chiuso la seduta del 23 gennaio a quota 5,466 euro, in ribasso dello 3,26% rispetto alla chiusura precedente.
Nonostante la forte discesa del prezzo, le medie sono ancora incrociate al rialzo. Tuttavia, va notato che già da alcune sedute precedenti lo stacco del dividendo il titolo aveva espresso una debolezza abbastanza importante.
Prima di formulare giudizi definitivi, però, sarà il caso di aspettare qualche giorno in modo da dare il tempo al mercato di assorbire un evento eccezionale come lo stacco del dividendo.
Intanto per gli analisti che coprono il titolo, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione del 25% circa.
Il titolo SNAM
SNAM (MIL:SRG) ha chiuso la seduta del 23 gennaio a quota 4,753 euro, in ribasso del 2,72% rispetto alla seduta precedente.
Per questo titolo vale lo stesso discorso fatto in precedenza per ENEL.
Intanto per gli analisti che coprono il titolo, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione dell’8% circa.
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