Il caro vita ha reso molto dura la vita degli italiani, giacché è un’impresa arrivare indenni alla fine del mese. Ossia senza la necessità di chiedere un prestito a parenti e amici o accendere un debito per una spesa imprevista. Oppure senza recarsi in banca ad attingere ai risparmi o, peggio ancora, vivere di privazioni.
Le possibili strategie sono di due ordini. Da un lato tagliare le spese superflue e ottimizzare quelle ordinarie, dall’altro cercare di procurarsi una 2° e/o 3° entrata.
Tra le entrate passive rientrano anche quelle derivanti dai guadagni periodici da investimenti. Sono quelli che si ricevono senza una propria partecipazione attiva, cioè senza un lavoro diretto per conseguirli. Vediamo allora al riguardo come guadagnare il 3% o 4% o 5% prestando soldi alla collettività, ossia allo Stato.
I titoli di Stato sono delle obbligazioni sovrane
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In pratica si tratta di investire i risparmi nei noti titoli di Stato. In parole semplici, il Dipartimento del Tesoro del MEF (Ministero Economia e Finanze) emette queste obbligazioni per conto dello Stato. Quindi si tratta di un’operazione più che lecita e legale, in cui il debitore (lo Stato) rende note anzitempo quali sono le condizioni del prestito. Vediamole a grandi linee.
I soldi vengono chiesti alla collettività per finanziare il debito o il deficit pubblico. Inoltre riconosce al prestatore, ossia al risparmiatore, degli interessi attivi. Questi sono corrisposti in due modi:
- attraverso lo scarto di emissione nel caso ad esempio dei BOT. Cioè il guadagno sta nella differenza tra il prezzo di acquisto e quello a 100 di rimborso finale;
- oppure mediante il pagamento di una cedola semestrale per tutta la durata del debito. Le cedole possono essere fisse, variabili o crescenti (step-up) nel tempo come avviene con i buoni postali. Alla scadenza dell’investimento lo Stato restituisce anche il capitale iniziale. Quest’ultimo potrebbe essere diverso da quello da noi versato nel caso di sottoscrizione di un bond già emesso. L’operazione, pertanto, potrebbe anche generare una perdita o un guadagno finale in conto capitale.
Vediamo come guadagnare il 3% o 4% o 5% prestando soldi attraverso i titoli di Stato
Ora, il rialzo dei rendimenti sul reddito fisso ha interessato in prima battuta proprio i titoli di Stato. Per una serie di ragioni, il mercato da mesi vende i c.d. sovereign bond (cioè quelli emessi dagli Stati) facendone salire i rendimenti. Quando il rischio sui mercati sale, allora prevalgono le vendite da parte degli operatori, facendo salire i rendimenti degli strumenti venduti.
Facciamo degli esempi. Il BTP con ISIN IT0005170839 ha una cedola lorda annua dell’1,60%. La scadenza del titolo è fissata al 1° giugno 2026 (3,59 annui residui), mentre stamane il bond prezza a circa 94,70 centesimi. A grandi linee, il rendimento lordo del bond oscilla sul 3% annuo.
Invece la cedola lorda del titolo con ISIN IT0005383309 è all’1,35% mentre il titolo scambia a quasi 84,30. Considerato che la scadenza è al 1° aprile 2030 s’intuisce che il guadagno lordo annuo viaggia a ridosso del 4%. Infine ecco l’obbligazione con scadenza al 1° aprile 2045 e cedola all’1,50%. Il rendimento lordo oscilla sul 4,4% circa, considerata l’attuale quotazione sui 60,60 centesimi.
Più in generale, meglio prediligere le brevi e medie scadenze anziché esporsi ai maggiori rischi di mercato tipici del lungo periodo.