Se è vero che i soldi non fanno la felicità, forse è ancora peggio non averne a sufficienza o gestirli in malo modo. Si tratta di casistiche tutt’altro che remote, considerati i casi di lamentele che si leggono in rete o si ascoltano nel quotidiano.
Il ciclo dei risparmi non termina una volta costituito il cuscinetto di liquidità o averlo ingrossato a dovere. Le somme libere presentano almeno tre problemi. Primo, le spese di tenuta conto e l’eventuale imposta di bollo nei casi di Legge. Poi c’è l’opera silente e devastante dell’inflazione, che ai tassi attuali arreca perdite ingenti (in termini di potere d’acquisto) in pochi anni. Infine spesso l’inerzia fa venire i rimorsi, dovuti alle tante occasioni perse “per paura di”.
Premesso ciò, quindi, come gestire al meglio i soldi sul conto tra titoli di Stato e azioni e portare a casa il massimo con la minima spesa?
Fissare i propri obiettivi di investimento
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La prima regola è che servono obiettivi chiari e circostanziati, non semplici intenzioni di massima. In tema di soldi valgono alcune regole elementari:
- fissare gli obiettivi di investimento di breve, medio e lungo termine. Cerco una piccola rendita periodica o punto alla crescita del capitale?
- ricordare che rischio e rendimento vanno a braccetto. Il capitale a reddito fisso da pochi grattacapi, ma in genere non rende tanto quanto riesce a fare il capitale di rischio nel lungo termine;
- mai investire in prodotti di cui si ignori il funzionamento e/o i rischi annessi;
- tempo e diversificazione sono i migliori alleati di ogni investitore. Chi cerca il tutto e subito o tende a concentrare il capitale per fare il botto potrebbe invece ritrovarsi con le ossa rotte;
- contenere al massimo i costi. I primi guadagni certi derivano anzitutto dalle mancate spese.
Come gestire al meglio i soldi sul conto tra titoli di Stato e azioni e portare a casa il massimo con la minima spesa?
Gestire i risparmi è un’arte imperfetta anche per gli addetti ai lavori. Vuoi perche la materia è in perenne evoluzione e gli strumenti mutano di continuo, vuoi perché lo scenario economico futuro è decifrabile solo in minima parte. Più si allarga l’orizzonte temporale e più crolla il grado di “certezza” disponibile.
A grandi linee le strade percorribili potrebbero essere due. Una, affidarsi agli specialisti del risparmio come banche e consulenti finanziari indipendenti. Qui l’attenzione maggiore va posta nella struttura dei costi dei prodotti proposti e degli eventuali conflitti d’interesse (specie nel caso delle banche).
Per chi predilige il fai da te, invece, le insidie maggiori rispondono spesso al nome di improvvisazione o, peggio ancora, impreparazione. Come minimizzare le spese (commissioni) e ottimizzare il rendimento a prescindere dal capitale disponibile?
Per gli analisti potrebbero bastare 2 soli prodotti per esporsi tanto sul capitale di rischio quanto sul reddito fisso. Cioè basterebbero 2 ETF per coprire al meglio (i pesi variano in base agli obiettivi e alla propria propensione al rischio) le 2 principali asset class. In tal modo si eviterebbe di avere in portafoglio tot azioni e tot obbligazioni per garantirsi un buon grado di diversificazione.
Sull’azionariato si potrebbe optare, per esempio, per un ETF sull’MSCI World Index. La diversificazione geografica e settoriale sarebbe servita ai massimi livelli. Sulla componente obbligazionaria, invece, si potrebbe optare per un Euro Corporate o Government ETF Bond, ossia in obbligazioni di aziende o Stati europei.
Come scegliere l’ETF “giusto”?
Va da sé che la differenza la fa anche la scelta dell’ETF. Quali caratteristiche dovrebbe avere il nostro fondo passivo? Il mercato pullula di prodotti concorrenti sull’uno e l’altro fronte.
A grandi linee, tuttavia, il prodotto “ideale” dovrebbe ottimizzare al meglio alcuni elementi chiave. Tipo vantare una certa storicità e avere una buona dimensione del patrimonio raccolto. Parimenti sarebbe gradita la replica fisica del
sottostante e che la valuta del fondo fosse in euro per evitare problemi di cambio valutario.
Infine occhio alla politica dei dividendi (meglio ad accumulo che a distribuzione) e alle spese annue. Il costo di gestione annuo del prodotto prescelto dovrebbe essere estremamente basso.