Come funzionano gli investimenti assicurativi e quando sono davvero utili per proteggere sé stessi e tutta la famiglia

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Spesso alternativi alle azioni in Borsa, e ai titoli a reddito fisso, gli investimenti assicurativi permettono di far rendere i risparmi nel tempo. Associando quelle che possono essere nel futuro non solo le necessità e i bisogni finanziari ma anche gli imprevisti della vita.

Gli investimenti assicurativi, inoltre, spiccano per essere non solo alternativi ma spesso pure complementari alla pensione che, lavorando, è ottenibile da parte dello Stato. Vediamo allora, nel dettaglio, quando gli investimenti assicurativi sono da valutare e quando sono da prendere in considerazione per garantire serenità e protezione non solo per sé stessi, ma anche per tutta la famiglia.

Come funzionano gli investimenti assicurativi e quando sono davvero utili per proteggere sé stessi e tutta la famiglia

Nel dettaglio, gli investimenti assicurativi non sono altro che delle polizze che l’investitore sottoscrive con le compagnie assicurative. Con la polizza che può prevedere un unico versamento iniziale, e in tal caso l’investimento assicurativo sarà a premio unico, oppure la polizza a premio ricorrente quando, come da condizioni contrattuali, sono invece previsti dei versamenti periodici.

Le somme versate nella polizza, al netto dei costi e delle imposte, formano il capitale. Che sia questo versato in un’unica soluzione oppure a piccole dosi nel tempo. Questa è infatti la risposta su come funzionano gli investimenti assicurativi.

Vediamo ora di capire quali scelte e quali opzioni il sottoscrittore della polizza può in genere effettuare sul capitale versato che, nel tempo, si è rivalutato.

La scelta tra riscatto del capitale o rendita vitalizia

In genere, per gli investimenti assicurativi le scelte sono due. Il capitale rivalutato può essere riconosciuto anche ai beneficiari indicati nella polizza in caso di premorienza o il pagamento di una rendita vitalizia. In alternativa, si può avere una rendita certa per un numero di anni, noto a priori, in base sempre alle condizioni previste dal contratto. Ecco perché, come sopra accennato, l’investimento assicurativo può rivelarsi utile, pure per la costruzione nel tempo di una pensione complementare.

Tra le due opzioni non c’è una scelta che possa definirsi migliore in ogni occasione. Perché tutto dipende dalle esigenze del sottoscrittore della polizza che, dopo aver versato dei premi anche per più di 10-15 anni, può avere bisogno di un flusso di reddito costante. Ad esempio, per trascorrere con serenità la vecchiaia. In tal caso opterà per la rendita vitalizia. Magari, invece, ha bisogno di liquidità per comprare un immobile, in tal caso opterà per il capitale rivalutato.

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