Tutti gli anni, quando partiamo per le vacanze, abbiamo l’incubo di arrivare a destinazione senza prendere multe. Se facciamo statali mai percorse o strade provinciali, le segnalazioni del controllo elettronico della velocità sono frequenti. Nel dubbio, basta rispettare i limiti e dovremmo cavarcela. Diverso è il discorso in autostrada. Fino a qualche anno fa, c’erano i famosi autovelox che dovevamo individuare per tempo evitando la multa con il pedale del freno. Adesso, invece, su quasi tutte le autostrade italiane sono in funzione i famosi tutor.
Ecco finalmente spiegato come funzionano e quando rischiamo la multa
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Che, va detto, mandano in confusione molti automobilisti. Perché ognuno di noi ha una sua teoria sul reale funzionamento di questi apparecchi e di come calcolino la nostra velocità. La riprova è che quando ci avviciniamo a questo tutor, le macchine davanti iniziano improvvisamente a frenare. Facendo rischiare, in più occasioni, l’incidente con chi è dietro e viaggia sotto i 130 chilometri all’ora. Come funziona il tutor in autostrada per evitare così di prendere multe? Come se non bastassero i 3.200 euro di multa e l’arresto per sei mesi se violiamo specifiche norme del Codice della Strada, anche senza guidare l’auto?
Ci sono, infatti, due filosofie di pensiero che riguardano i tutor. La prima è che funzionino come tanti autovelox sparsi in autostrada, ma ben visibili. In pratica, molti automobilisti (quelli che frenano appena prima di incrociarli) pensano che a contare sia solo il passaggio sotto di loro. Per andare sul concreto, sono convinti che possono viaggiare fissi anche a 180 chilometri all’ora, tranne quando incrociano il tutor, quando scendono a 130. Altri, invece, hanno un’altra interpretazione. Ovvero, che il tutor, ogni volta, dia il via a un tratto di autostrada. Percorso che dovremo percorrere, fino al prossimo tutor, ad una media di 130 chilometri all’ora. Se in questo tratto saliamo a 160 all’ora per fare dei sorpassi, poi dovremo andare a 100 chilometri all’ora per fare media a 130.
Come funziona il tutor in autostrada per evitare di prendere la multa
In pratica, secondo questa seconda interpretazione, il tutor sa che quel tratto, a 130 chilometri all’ora, lo possiamo percorrere in un certo tempo. Se ci mettiamo meno, vuol dire che siamo andati più velocemente e quindi ci arriverà la multa. Chi ha ragione tra le due? Ebbene, ha ragione la seconda, come mostra anche un filmato esplicativo della Polizia di Stato. Il tutor calcola la velocità media. Nel video si fa un esempio di una macchina che passa, tra due tutor, posizionati a 15 chilometri di distanza, in 4’ 30”, ovvero ad una media di 201 chilometri all’ora. Il che equivale alla multa.
Un altro veicolo, invece, percorre gli stessi 15 chilometri in 7’ 30”, ovvero a 128 chilometri di media. E non è, ovviamente, multabile. Quindi, una volta per tutte, non serve a niente frenare in prossimità del tutor. Serve percorrere ad una media di 130 chilometri un determinato tratto. Possiamo andare per 20 secondi a 140 e per altri 20 a 120 chilometri. Purché, alla fine, la media sia di 130.
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