Come fare se uno dei due coniugi non vuole vendere la casa

Con gli esperti di Proiezioniborsa capiremo come fare se uno dei due coniugi non vuole vendere la casa. Essere comproprietari di un bene immobile può infatti generare vere e proprie guerre familiari. Soprattutto in caso di separazione o di divorzio può succedere che l’ex marito o l’ex moglie si oppongano alla vendita del bene immobile. Quando uno dei due comproprietari non intende firmare l’atto di vendita, l’altro coniuge ha modo di rivendicare la propria parte di titolarità?

Nel precedente articolo “Come fare se un erede non vuole vendere l’eredità” troverete le risposte a interrogativi simili. Possono difatti sorgere dissidi anche in merito alla divisione dei beni che il defunto lascia in eredità, ma esistono vie legali per risolverli. Vediamo dunque come fare se uno dei due coniugi non vuole vendere casa e come aggirare legalmente il rifiuto. Anzitutto occorre capire se i due coniugi sono in comunione legale dei beni o, al contrario, se sono in separazione dei beni. Ciò perché la titolarità dei beni cambia a seconda del regime patrimoniale che vige tra i coniugi.

Come fare se uno dei due coniugi non vuole vendere la casa

Conviene anzitutto mettere in guardia il lettore in relazione all’accordo che deve esserci tra i coniugi nel mettere in vendita la casa. Se uno dei comproprietari non concede il proprio consenso, l’altro non può procedere alla vendita. Qualora l’ex coniuge venda l’immobile senza il consenso dell’altro proprietario subirà l’annullamento dell’atto di vendita. L’articolo 184 del Codice civile disciplina difatti l’annullamento della vendita se la stessa avviene senza il consenso di tutti i proprietari.

Se uno dei due coniugi si oppone alla vendita all’altro non resta che rivolgersi al giudice. Quando i coniugi sono in comunione legale occorre difatti che il giudice autorizzi la vendita. E ciò accade solo quando si riesce a dimostrare che vendere l’immobile porterebbe vantaggi alla famiglia o all’impresa familiare. Oppure, in alternativa, quando il ricavo della vendita tornasse utile a sostenere spese per cure sanitarie e interventi chirurgici.

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