In una manciata di minuti valuteremo insieme come evitare la tassa sul conto corrente anche con giacenza giacenza oltre i 5.000 euro senza presentare ISEE. In un precedente articolo i nostri Esperti hanno calcolato “Quanti soldi perde il risparmiatore che decide di lasciare 10.000 euro sul conto corrente in banca?” Come ormai tutti i correntisti sanno, esistono delle imposte annuali da versare all’Agenzia delle Entrate. Dall’estratto conto ogni titolare di conto corrente prende visione della decurtazione di denaro che avviene con diverse cadenze a seconda del contratto bancario. Accade spesso che l’addebito scatti ogni mese oppure in 4 rate trimestrale. Al di là della possibilità di dilazionare il versamento, l’imposta grava su conti correnti, conti deposito, deposito titoli e libretti di risparmio.
Non è cura del correntista effettuare il pagamento dell’imposta di bollo, come accade per altri tributi. L’istituto bancario procede di ufficio all’addebito dell’imposta e ne fornisce comunicazione al cliente per il tramite della rendicontazione. Può dunque tornare utile sapere come evitare la tassa sul conto corrente anche con giacenza oltre i 5.000 euro senza presentare ISEE. Ricordiamo ai Lettori che alcune specifiche categorie di contribuenti godono dell’esonero dal pagamento dell’imposta di bollo. Rientrano nella platea dei beneficiari i soggetti economicamente più deboli che dispongono di modeste risorse finanziarie. Quando la situazione reddituale risulta assai modesta è possibile presentare un aggiornamento dell’ISEE e ottenere il beneficio di un conto corrente che non presuppone tasse.
Come evitare la tassa sul conto corrente anche con giacenza oltre i 5.000 euro senza ISEE
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Anche il correntista che non presenta ISEE e che non vive situazioni di disagio economico può adottare strategie legali per evitare l’imposta di bollo. Nella circolare n. 15/2013 l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in merito all’applicazione della tassa sulle diverse tipologie di conto. Per evitare il versamento si può ricorre alla pratica assai diffusa di cointestare il conto corrente. Ciò perché ciascun correntista risulta titolare del 50% della somma in deposito sul conto bancario nel caso siano due i cointestatari. In presenza di 3 cointestatari la titolarità si riduce ad un terzo e lo stesso dicasi per la giacenza media. Si divide pertanto non solo la titolarità dell’ammontare complessivo dei risparmi, ma anche il calcolo della giacenza media per ciascun cointestatario.