Come e perchè consumare il tonno in olio rispetto al tonno al naturale

tonno

Una guida per capire come e perché consumare il tonno in olio rispetto al tonno al naturale.

Più o meno tutti, abbiamo sentito almeno una volta consigliare l’uso di tonno al naturale, anziché quello in olio. Specie nel caso in cui si abbia intenzione di perdere peso o si voglia limitare l’introduzione di grassi nell’organismo. Una posizione che però che non è proprio così condivisa dai biologi e nutrizionisti. O, quantomeno, non può adottarsi senza fare degli opportuni distinguo. Vediamo quindi di capire come e perché consumare il tonno in olio rispetto al tonno al naturale.

Le parti del tonno in scatola

Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che il tonno in scatola può essere preparato con varie parti di pesce. Tra le più pregiate, ci sono il filetto e la ventresca, con una variante non di poco conto. Infatti mentre il filetto è magro, la ventresca di tonno contiene elevate percentuali di grasso. Tra le parti invece meno pregiate ci sono quelle posizionate accanto al collo e alla testa. Ora è bene sapere che mentre per quanto riguarda i filetto e la ventresca di tonno, le etichette sono sufficientemente esplicative, per il resto vige una certa anarchia. La legge cioè non impone alcun obbligo d’indicare, sulle confezioni, la parte di tonno utilizzata.

La diversa preparazione

Per quanto poi concerne la modalità di preparazione, il tonno sott’olio e quello al naturale hanno un passaggio in comune, ma anche delle differenze sostanziali. Entrambe le tipologie di tonno in scatola, prevedono una fase iniziale di cottura in acqua con l’aggiunta di sale e aromi. Solo in un secondo momento, la carne di tonno subisce trattamenti diversi. Il tonno sott’olio viene quindi invasettato per immersione generalmente in olio di oliva o extravergine. Il tonno al naturale viene invece confezionato, tramite immersione, in un liquido acquoso dall’alto contenuto salino. Da qui l’espressione di “tonno in salamoia”, anche se è più conosciuta l’espressione di tonno al naturale. E qui veniamo al punto di questo approfondimento.

Tonno al naturale

Come si diceva, il tonno al naturale si conserva nella propria acqua di cottura. Il contenuto di calorie è bassissimo, anche perché, non viene mai usata la ventresca, ma solo le parti più magre del tonno. C’è pero un “ma”, vale a dire che la conservazione in salamoia fa sì che il tonno contenga parecchio sodio. E si sa che il sale è tra i principali responsabili della ritenzione idrica e del fastidioso effetto a buccia di arancia, altrimenti detto “cellulite”. Per di più, stando a quanto dichirato dai nutrizionisti, il tonno al naturale non è neanche una grande fonte né di omega 3, né di proteine. Un alimento che quindi, a fronte di un esiguo apporto nutrizionistico, va consumato con circospezione anche da chi deve seguire diete povere di sodio.

Come e perchè consumare il tonno in olio rispetto al tonno al naturale

Il tonno all’olio oltre ad essere più gustoso e meno insipido di quello al naturale, apporta più calorie. E’ cioè fonte di omega 3 ma anche di più grassi. Si tenga conto però che questi grassi provengono in buona misura dall’olio. Quindi se ben sgocciolato, il primato in termini di potere nutrizionale e di riduzione di sodio, andrebbe riconosciuto al tonno confezionato sott’olio. Il tonno al naturale, stando ai nutrizionisti che si sono interessati alla questione, contiene infatti troppo sodio e il sale, è un acerrimo nemico anche per chi soffre di pressione arteriosa alta. Quindi “porte aperte” al tonno sott’olio, purché debitamente sgoccialato prima dell’uso.

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