Quando si riceve una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, si viene presi da un inevitabile timore. Timore di non aver pagato qualcosa e di dover pagare sanzioni ed interessi. Timore di una multa. Oppure timore di un errore riscontrato sulla dichiarazione dei redditi.
Insomma, diciamo che le comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate raramente riguardano belle notizie.
Di questo timore che colpisce i contribuenti quando vengono contattati dall’Ente riscossore, però, ne approfittano molti truffatori e hacker, che spacciandosi per l’Agenzia delle Entrate e minacciando multe, sanzioni e così via, riescono a frodare gli utenti più ingenui.
Adesso facciamo un breve excursus delle ultime novità in termini di truffa firmata fintamente Agenzia delle Entrate.
Come difendersi dalle nuove truffe fintamente firmate Agenzia delle Entrate
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Alcune aziende italiane, la settimana scorsa hanno ricevuto addirittura una PEC, ovvero una e-mail certificata, pari ad una raccomandata, da parte dell’Agenzia delle Entrate, con questo mittente: “dc.liquidazione6.noreply@ pec.agenziaentrate.it”.
Chi potrebbe mai pensare che una PEC possa nascondere una truffa? E invece è andata proprio così.
Come dicevamo prima, i truffatori approfittano del fatto che, quando si riceve una mail dall’Agenzia delle Entrate, presi da una sorta di timore reverenziale, la prima cosa che si vuole fare è aprirla e scoprire cosa è accaduto. Ma, come si può ben comprendere adesso, anche se dovesse arrivare una mail Pec dall’Agenzia delle Entrate, bisogna attendere prima di precipitarsi ed aprirla.
Non è la prima volta che questo accade. A marzo, per esempio, furono presi di mira i possessori di Partita IVA, con una nuova truffa creata ad hoc per loro. Come difendersi dalle nuove truffe fintamente firmate Agenzia delle Entrate?
Come comprendere
Il primo segnale che si tratta di una truffa, sta proprio nel nome del mittente e nel suo indirizzo; ma è un segnale davvero impercettibile, per questo sarebbe utile salvarsi queste informazioni.
L’Agenzia delle Entrate in passato ha utilizzato un indirizzo mittente simile, in merito proprio alle liquidazioni, ma l’indirizzo originale cominciava con: “dc.gt.liquidazione…”, l’indirizzo truffaldino, invece, inizia così: “dc. liquidazione…”, e manca “gt”.
Anche l’oggetto della PEC può aiutare l’utente a non cascare nella frode. L’oggetto di una mail truffa è sempre poco chiaro, pieno di numeri, cifre, ma che non dice nulla di concreto. In questo modo l’utente è spinto ad aprire la mail per capirne di più e nella mail, di solito, ci sarà l’invito ad aprire alcuni allegati.
Se si clicca sugli allegati, il danno è fatto, perché di solito si tratta di due malware molto aggressivi che permetteranno agli hacker di venire in possesso dei dati privati del contribuente, compresi password e PIN di conti correnti o carte di credito.
Lo scopo è sempre lo stesso: svuotare i conti correnti di chi ci casca. Anche a gennaio fu messa in atto una truffa tramite una mail che sembrava a tutti gli effetti un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nuova truffa Agenzia delle Entrate riguarda un fantomatico mancato versamento dell’imposta di bollo
I contribuenti devono stare attenti ad un altra truffa recente a finta firma dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta di una sorta di phishing.
Le e-mail, questa volta normali e non Pec, hanno come oggetto un fantomatico mancato versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel 4° trimestre 2021, il mittente (finto) è helpdeskenti@agenziariscossione.gov.it.
Agenzia delle Entrate-Riscossione fa sapere di essere assolutamente estranea all’invio di queste e-mail e raccomanda di cestinarle immediatamente, soprattutto non aprendo nessun allegato.
Come difendersi dalle nuove truffe
Questo nuovo tentativo di phishing ha sempre il solito scopo: cercare di appropriarsi dei dati dell’utente e svuotare conti correnti e carte di credito. Non solo! I malware potrebber danneggiare anche pc, smartphone e tablet.
Se il messaggio è sgrammaticato, sembra tradotto con Google traduttore, ci sono errori grammaticali anche banali e, soprattutto, vi mette una certa fretta nel pagare, al 100% è una truffa ed è possibile denunciarla recandosi alla Polizia di Stato.
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