Chi dispone di un laghetto o uno stagno all’aperto, o anche di un acquario di grandi dimensioni, avrà di sicuro sentito parlare delle carpe koi. Si tratta di splendidi pesci decorativi, addomesticati e socievoli, che si allevano per abbellire stagni e laghetti di tutto il mondo. Le carpe koi sono famose non soltanto per i loro colori sgargianti, ma anche per la facilità con cui si possono allevare in climi e ambienti molto diversi. Ma anche la robusta carpa koi ha bisogno di un ambiente acquatico che soddisfi alcuni requisiti minimi per poter sopravvivere e crescere. Vediamo come creare l’ambiente ideale per le splendide carpe koi.
La carpa koi era già allevata 2.500 anni fa
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La carpa koi viene anche chiamata carpa giapponese, ma in realtà proviene dalla Cina, dove veniva già allevata addirittura 2.500 anni fa. Solo molto dopo arrivò in Giappone, ma i giapponesi se ne appassionarono così tanto che in quel paese divenne molto diffusa. Oggi la carpa koi si può trovare in tutto il mondo, anche nei climi abbastanza freddi. È amatissima per i suoi colori spettacolari, che vanno dall’arancione, al rosso, al giallo, al nero, al perlato.
Ma le carpe koi hanno bisogno di un laghetto con alcune caratteristiche per poter sopravvivere. Ecco come creare l’ambiente ideale per le splendide carpe koi.
Almeno 3.000 litri per 90 cm
Le carpe koi raggiungono dimensioni anche molto grandi, e sono pesci che hanno bisogno di muoversi. Per questo il loro laghetto deve contenere almeno 3.000 litri d’acqua ed essere profondo minimo 90 centimetri. Questo è particolarmente importante se viviamo in un luogo dove d’inverno la superficie dell’acqua può ghiacciare. Le carpe sopravvivono senza problemi anche se la superficie congela, ma devono avere abbastanza acqua a disposizione al di sotto del ghiaccio per poter sopravvivere. Durante gli inverni più rigidi è consigliabile fare comunque un buco nel ghiaccio per permettere una buona aerazione dell’acqua sottostante. È importante che l’acqua sia sempre pulita, e che si rimuovano subito eventuali residui di cibo non consumato, in modo che non marciscano nell’acqua.