Negli ultimi anni le stufe a pellet sono entrate nelle case degli italiani. A causa della crisi tra Russia e Ucraina il costo del pellet è aumentato vertiginosamente, ora è tornato alla normalità e bisogna recuperare il denaro speso. Ecco cosa potremmo fare quest’inverno.
I sacchi da 15 chilogrammi di pellet sono tornati a costare 5 euro e questa stufa particolarmente efficiente che negli ultimi anni è entrata nelle nostre case potrà essere riaccesa. Senza paura che i costi superino determinate soglie. Possiamo però pensare la risparmio ottimizzando i nostri impianti, cioè collegando la stufa a pellet ai termosifoni, se questi sono già presenti in casa. Di solito la stufa a pellet riscalda la stanza in cui viene installata, ma il calore può essere diffuso in tutti gli ambienti se la colleghiamo ai termosifoni. Queste stufe possono essere inoltre collegate con il riscaldamento radiale del pavimento.
Collegare la stufa ai termosifoni ci permette di utilizzarla come una normale caldaia e di avere anche l’acqua calda sanitaria. La stufa a pellet può inoltre integrare il riscaldamento a metano o a gpl che abbiamo già in casa.
Più impianti integrati
Indice dei contenuti
Come collegare le stufe a pellet ai termosifoni? È necessario creare un sistema di serpentine che trasporti l’acqua riscaldata ai radiatori sistemati in tutta la casa. La stufa a pellet che acquistiamo deve essere un modello termostufa. Le serpentine collegano l’impianto idrico domestico ai termosifoni, l’acqua viene prelevata dalla rete domestica, riscaldata dalla termostufa e messa in circolo verso i radiatori.
se abbiamo un impianto a metano o gpl l’integrazione può avvenire attraverso un terzo componente che è il puffer o scambiatore di calore. Questo permette ai due impianti di scambiare energia termica. I puffer sono tecnologie sensibili e costose, il costo verrebbe ammortizzato nel tempo. Ma ci sono termostufe che hanno lo scambiatore integrato, un acquisto in tal senso potrebbe essere un ulteriore motivo di risparmio. L’acqua viene sempre raccolta dalla rete idrica domestica attraverso una serpentina che si trova immersa nell’acqua bollente del puffer. L’acqua che arriva si riscalda e poi viene spedita ai radiatori. In questo modo si può riscaldare anche l’acqua sanitaria.
Come collegare le stufe a pellet ai termosifoni e all’impianto elettrico
Per completare la trasformazione dei nostri impianti dovremmo provare a integrare le stufe a pellet con i pannelli solari che producono energia. Si chiama scambio sul posto ed è la possibilità di produrre energia con i pannelli fotovoltaici ottenendo incentivi tramite la vendita dell’energia prodotta in più a livello domestico. Ci permette non solo di risparmiare i costi dell’energia elettrica ma addirittura di guadagnare dalla produzione di essa.
Lo scambio sul posto può riguardare anche le stufe a pellet. Esistono oggi in commercio delle stufe a pellet in grado di produrre calore ed energia elettrica per 270 metri quadrati. Con una potenza di 14 chilowatt producono 1 chilowatt di corrente elettrica. In 1 ora di funzionamento la caldaia oltre a riscaldare casa permetterà di effettuare un lavaggio in lavatrice. Si tratta di tecnologie in evoluzione che in futuro riusciranno a essere molto efficienti e a garantirci inverni caldi e tanta energia elettrica pulita.