L’imposta di bollo colpisce le giacenze medie superiori a 5mila euro su libretto bancario o postale, c/c e conto deposito. Vediamo come onorare comunque il Fisco al meglio per le nostre tasche.
Partiamo dall’assunto che tasse e imposte si pagano tutte, dalla prima all’ultima. È un principio di fondo valido anche quando alcune possono sembrare indigeste.
Per esempio, pensiamo all’imposta di bollo introdotta a partire dal 1° gennaio 2012. Vediamo come avere più di 5.000 euro sul libretto postale e non avvertire più di tanto la sua incidenza.
I costi del libretto di risparmio postale
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Il libretto di risparmio postale (LRP) è un salvadanaio molto amato dal piccolo risparmiatore. Lo emette CDP e quindi è garantito dallo Stato e non prevede costi di apertura, tenuta e chiusura finale. Fanno eccezione gli oneri fiscali, cioè l’imposta di bollo nei casi dovuti e la ritenuta fiscale sugli interessi conseguiti.
L’emittente lo propone in varie forme (cartaceo e dematerializzato) e tipologie (ordinario, Smart, giudiziario e dedicato ai minori).
I presupposti dell’imposta di bollo e come e quando si applica
La Legge prevede che l’imposta sia dovuta quando le giacenze medie (il calcolo è effettuato ogni trimestre) siano eccedenti i 5mila euro. Al riguardo, si considerano i saldi complessivi dei rapporti aventi stessa intestazione presso un medesimo istituto. Per cui non serve, ad esempio, avere 6mila complessivi divisi su 2 libretti con stessa intestazione e una giacenza di 3mila cadauno.
L’importo della tassa è di 34,20 euro nel caso delle persone fisiche, mentre è di 100 euro per quelle giuridiche (Enti, associazioni, società, etc). In quest’ultimo caso l’imposta sul libretto si applica a prescindere dal saldo ivi presente.
Poste Italiane, ossia l’intermediario del libretto, preleva in automatico il dovuto e lo gira allo Stato. Quanto alla periodicità, essa avviene ogni 12 mesi per le persone giuridiche e ogni trimestre per le persone fisiche, quindi 8,55 euro a trimestre fino a concorrenza dei 34,20 dovuti.
Come avere più di 5.000 euro sul libretto postale e onorare al meglio il Fisco
La domanda più frequente del piccolo risparmiatore è se ci sia o meno modo di non pagarla e, se sì, come.
Una prima possibile soluzione è quella di abbassare la giacenza sotto i 5mila euro. Certo, in questo caso si crea il problema di dove girare l’eccedenza.
Un’altra alternativa è quello aprire un altro libretto con diversa intestazione (il consorte, un figlio, etc) e stornare l’eccedenza.
Tuttavia, entrambe le soluzioni possono risultare di difficile attuazione ogniqualvolta il saldo disponibile è consistente. Un conto è avere il “problema “ di come gestire 3, 5, 7mila euro di eccedenza, per esempio. Un altro è se si tratta di 20, 30 o 50mila euro, giusto per fare delle cifre.
In questo caso (ma anche quando la giacenza è modesta) è più saggio far fruttare i risparmi (buoni postali, etc), almeno per coprire le spese.
Facciamo un esempio e immaginiamo un titolare di libretto Smart con 40.000 euro di giacenza. Dal 21 dicembre, l’offerta Supersmart 180 giorni riconosce un tasso di interesse annuo lordo a scadenza dell’1,50% sulle somme vincolate. In tal caso basterebbe impegnare per 6 mesi 6.400 euro sui 40mila disponibili (il 16% del totale) per guadagnare l’importo dovuto allo Stato.
In tal modo si onorerebbe il Fisco senza rimetterci 1 euro di tasca propria.