In quest’articolo gli Esperti di ProiezionidiBorsa si chiedono come avere dai 6.000 ai 20.000 euro sul conto corrente e non pagare con i propri soldi l’imposta di bollo.
Ogni titolare di conto corrente sa bene che, ogniqualvolta la giacenza media sul proprio conto è superiore ai 5mila euro, si paga l’imposta di bollo. Essa è tuttavia proporzionale al periodo di tempo rendicontato. L’importo dell’imposta ammonta a 34,20 l’anno e la banca di solito l’addebita o ogni trimestre o a cadenza annuale.
Non si paga invece se il valore medio di giacenza sul c/c non supera, appunto, i 5.000 euro nel periodo rendicontato. Ora, in questa sede vediamo come avere dai 6.000 ai 20.000 euro sul conto corrente e non pagare con i propri soldi l’imposta di bollo. Procediamo con ordine.
Coniugare giacenza e tutela dei risparmi sul conto corrente
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In pratica lo scopo del nostro studio è quello di capire come fare a non pagare questa imposta usando i nostri soldi. In altre parole, daremo sempre i nostri 34,20 euro all’anno allo Stato, ma proveremo a farlo non prendendoli dai nostri stessi risparmi.
Se la giacenza è compresa tra i 6 e i 20 mila euro, infatti, si potrebbe presumere che essi siano tutto ciò che noi disponiamo in banca. Oppure quello che abbiamo deciso di lasciare disponibile sul c/c dopo tutti gli investimenti, e disponibili per eventuali evenienze.
In entrambi i casi, anche la difesa di 1 solo euro dei nostri risparmi si rivela nobile e degna di tutta l’attenzione del mondo. Specie quando appunto quei sudati risparmi sono a volte il frutto di mille rinunce. Come fare dunque a vincere la sfida?
Quale alternativa scegliere tra gli strumenti presenti sul mercato
Per riuscire nell’intento, abbiamo solo una strada percorribile: scegliere una qualche forma d’investimento tra quelle presenti sul mercato. Ora, un nostro preciso proposito sarà quello di scovare possibili soluzioni di breve durata.
A questo punto, dunque, l’obiettivo è chiaro. Incassare 34,20 euro netti, pagare le imposte dovute allo Stato e non rimettere neanche 1 euro dal nostro conto.
Le tre principali alternative, in linea teorica, potrebbero essere: titoli di Stato, Buoni postali o conto deposito.
I BOT a 3, 6 e 12 mesi offrono allo stato attuale tutti rendimenti negativi (ma per decenni hanno sempre offerto tassi positivi). Detta in termini semplici, dobbiamo pagare noi per averli in portafoglio. Quindi scartati in quanto vanno nella direzione opposta a questo nostro preciso intento.
Poi ci sono i Buoni fruttiferi postali, ma anch’essi hanno un piccolo svantaggio. Pur facendo maturare interessi sin dal primo giorno d’acquisto, chiedono comunque dei tempi minimi di possesso dei Buoni per aver diritto all’incasso. Il “più veloce” al riguardo sarebbe il Buono ordinario, il quale tuttavia dà diritto all’incasso degli interessi dopo il primo anno. Certo, ci sarebbe poi d’aggiungere che i tassi attivi dei prodotti di Poste sono decisamente molto bassi.
La soluzione del conto deposito
Dunque, siamo giunti a considerare la via del conto deposito. Questi “conti parcheggio” danno modo di percepire qualche rendimento in lassi temporali abbastanza ragionevoli. Quindi potenzialmente potrebbero essere adatti al caso nostro.
Ora, dato questo obiettivo, la migliore soluzione potrebbe essere quella di scegliere qualche promozione presente sul mercato al momento della nostra decisione. Di solito, infatti, le banche riservano le migliori offerte ai nuovi clienti e sulle cifre vincolate.
Abbiamo fatto un rapido giro in rete e, tra le varie offerte, abbiamo scelto la proposta di una banca. Essa offre l’1,25% lordo (0,94% netto) fino al 30 giugno prossimo, per poi passare all’1,00% lordo (circa 0,74% netto). Inoltre, l’imposta di bollo è a carico dell’istituto fino a tutto dicembre 2021. Un neo dell’offerta è che, in caso di rimborso anticipato, bisogna attendere prima un mese per il riaccredito delle somme. Tuttavia, anche durante questo frangente si continuano a maturare gli interessi.
Alcune possibili soluzioni
Ipotizziamo a questo punto che il signor Mario Rossi faccia ricadere la scelta su tale conto. Per sciogliere il nostro quesito iniziale sarà sufficiente usare la classica formula dell’interesse semplice, ossia:
I = (C x i x t)/36.500, modificando (se del caso) le variabili a seconda di ciò stiamo andando a calcolare.
Lasciamo stare i calcoli e diamo già i risultati finali. Quindi: se il nostro ipotetico correntista vuol ricavare i 34,20 netti in soli 3 mesi, dovrà depositare 14.590 euro. Invece se opta per un tempo pari a 4 mesi, gli basterà vincolare 10.930 euro.
Ancora, i 34,20 netti li potrebbe ottenere anche in 5 mesi impiegando soltanto 8.730 euro della sua giacenza in c/c.
Passando alla durata di 6 oppure di 8 mesi, invece, il deposito a vincolo scende ancora. Per l’esattezza dovrà essere, rispettivamente, pari a 7.280 euro e 5.520 euro.
Infine, se si optasse per una durata di 11 mesi, basterebbe vincolare all’incirca 4.060 euro.
I risparmi vanno non solo sudati ma anche difesi
In tutti questi modi, dunque, ci si garantisce la tutela integrale del 100% del valore nominale dei propri risparmi. Si subiscono invece solo le perdite dovute all’inflazione e si pagano alla banca i costi di gestione per la tenuta conto.
E se sul conto fossero depositati più di 20.000 euro? In quel caso la prima cosa da fare non è tanto capire come non pagare coi propri soldi questa imposta. Ma perché si è imboccata l’infelice via dell’investire in inerzia.
Dunque, in tutti questi casi la prima preoccupazione da porsi è se la gestione delle proprie finanze e condotta secondo i criteri del c.d. buon padre di famiglia.
Al netto di ciò, ecco dunque illustrato come avere dai 6.000 ai 20.000 euro sul conto corrente e non pagare con i propri soldi l’imposta di bollo.