Nel documento di economia e finanza, finalmente, si è confermato l’aumento delle pensioni di invalidità. Esse, infatti, sono troppo basse e tale inadeguatezza è stata fatta presente più volte. Già la Corte Costituzionale aveva sottolineato l’insufficienza degli importi assegnati, con sentenza n. 152 del 2020. Quindi, alla fine, il Governo ha ceduto alle pressioni, stabilendo che gli aumenti avranno luogo già dai prossimi anni. Sicché, nel Def è contenuto un ddl che prevede l’adeguamento delle pensioni di invalidità.
Tutto ciò perché esse sono troppo basse ed insufficienti a garantire il minimo vitale, come appunto sottolineato dalla Corte. Ciò, in violazione dell’art. 38 della Costituzione. Esso prevede che “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.
A quanto ammontano queste pensioni e perché sono inadeguate
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La circostanza che la previsione sia contenuta nel Def e non nella riforma delle pensioni, garantisce che l’impegno verrà mantenuto a breve. Quindi, potrebbe trovare attuazione già nella prossima Legge di Bilancio. Ma cerchiamo di capire perché questo assegno è inadeguato, come appunto denunciato dalla Consulta. Prima, quindi, di chiarire come aumenteranno le pensioni di invalidità e in quali tempi, soffermiamoci sull’importo attuale. Ad oggi, è pari ad euro 291,95, uguale sia per gli invalidi civili parziali (dal 74% al 99%) che per quelli totali.
L’unica differenza è che i primi devono rientrare in una soglia reddituale di 5.005,94 euro. Invece, per quelli totali, la soglia è molto più alta, arrivando a 17.271,19 euro. Tuttavia, già la circostanza che non sussista una differenza d’importo tra invalidi parziali e totali, rappresenta un’ingiustizia e una palese lacuna del nostro sistema assistenziale.
Ecco come aumenteranno le pensioni di invalidità, in quali tempi e per quali importi grazie al richiamo della Corte Costituzionale
Sul quando avverranno gli aumenti, c’è qualche indecisione. Come premesso, l’intervento dovrebbe avvenire già dalla prossima Legge di Bilancio, ma la guerra potrebbe comportare dei ritardi. Ciò in quanto ci saranno già degli scostamenti di bilancio da considerare, dovuti ai recenti eventi, appunto. In ogni caso, la manovra dovrà essere portata a termine entro il 2025.
Adesso arriviamo all’ultima precisazione che riguarda chi saranno i destinatari della riforma. Sulla scorta delle indicazioni della Corte Costituzionale, gli aumenti dovrebbero riguardare soltanto le pensioni d’inabilità, quindi quelle riconosciute agli invalidi totali. Invece, per quelle dirette agli invalidi civili parziali non ci dovrebbero essere variazioni.
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