Come aumentare il netto in busta paga e pagare meno tasse

busta paga

Le trattenute in busta paga sono alte e lo stipendio netto si riduce molto. Ci sono dei sistemi per abbassare le tasse e aumentare il netto che arriverà sul nostro conto corrente.

Con l’Assegno Unico si potrebbe aumentare l’importo spettante ma vediamo insieme come funziona il meccanismo di tassazione.

La domanda che ci si pone è se ci sono strumenti utili a ridurre l’ingente prelievo forzoso dalle buste paga.

Come aumentare il netto in busta paga e pagare meno tasse

I dipendenti non provvedono autonomamente al pagamento delle tasse relative al reddito da lavoro. È il datore di lavoro a rivestire il ruolo di sostituto d’imposta e per questo trattiene dalle somme spettanti le tasse da versare allo Stato. A conti fatti le trattenute rappresentano una grossa fetta del nostro stipendio.

Il sostituto d’imposta tratterrà innanzitutto l’IRPEF ed i contributi previdenziali. L’IRPEF viene calcolato sugli scaglioni di reddito, con un criterio progressivo. Se ad esempio abbiamo un reddito pari a 21 mila euro, i primi 15 mila verranno tassati con l’aliquota più bassa pari al 23%. L’eccedenza verrà tassata con l’aliquota prevista per il secondo scaglione, cioè al 25%. Altre detrazioni vengono effettuate per conto di Regione e Comune. L’addizionale regionale e comunale verrà pagata in base a quanto stabilito dall’ente di riferimento.

Calcolo dei contributi INPS

Un’altra voce che va ad intaccare l’importo che ci spetta, riguarda i contributi previdenziali. Questi vengono versati all’INPS sia dal datore di lavoro che dal lavoratore. La quota spettante al lavoratore viene trattenuta alla fonte e versata dal datore di lavoro all’INPS. Normalmente il 23,81% è a carico dell’azienda, il 9,19% è a carico del lavoratore. Esistono però delle gestioni pensionistiche diverse che si attestano su percentuali diverse.

Tutte queste trattenute rendono la busta paga più leggera.

In questo momento di crisi il Governo ha provveduto ad abbassare dello 0,8% l’aliquota contributiva a carico del dipendente. Un ulteriore taglio dell’ 1,2% ha portato la contribuzione a nostro carico al 7,39%. Si tratta di una riduzione temporanea che potrebbe diventare strutturale dal 2023. Per il momento i redditi da lavoro del periodo che va da luglio a dicembre 2022 possono godere di questo taglio del cuneo fiscale. Questo taglio riguarda i redditi fino a 35 mila euro.

Cosa cambia sullo stipendio netto

Grazie alle detrazioni fiscali potremmo capire come aumentare il netto in busta paga. Il taglio del cuneo fiscale messo in campo dal Governo garantisce variazioni minime. Secondo i calcoli effettuati dai Sindacati, l’aumento mensile si attesterebbe tra 1 e 6 euro. Dunque non è questa la strada per ricevere più soldi in busta. La maggiore incisività si ha attraverso le detrazioni da lavoro dipendente. Queste non vanno a ridurre la base imponibile ma vengono direttamente sottratte dalle imposte da pagare. Parliamo di importi rilevanti, che possono raggiungere quasi 2 mila euro. Ricordiamo inoltre che ci sono dei redditi che non sono soggetti a tassazione.

I rimborsi spese e le indennità di trasferta inferiori a 47 euro giornalieri non sono soggetti a tassazione. Anche i buoni pasto fino a 7 euro giornalieri ed altri benefit per un massimo di 260 euro annui non rientrano nell’imponibile. Anche le detrazioni per familiari a carico consentivano di far aumentare il netto in busta paga. Attualmente queste detrazioni sono state sostituite dall’Assegno Unico che non viene erogato dal datore di lavoro ma direttamente dall’INPS.

Lettura consigliata

L’Assegno unico erogato dall’INPS si può ottenere anche senza ISEE e con una situazione economica che supera i 40.000 euro

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