Le ultime settimane sono state caratterizzate da un crescente nervosismo, ma come arrivano i mercati azionari americani all’appuntamento elettorale?
Quali effetto sta avendo sui mercati azionari il ciclo di tagli dei tassi?
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Dall’inizio del recente ciclo di tagli dei tassi da parte della Fed, i rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati. Hanno così interrotto la serie di rialzi nel mercato azionario. Questo incremento dei rendimenti è stato guidato da dati economici e inflazionistici più forti del previsto, insieme a un cambiamento nelle aspettative verso la politica della Fed. La volatilità dei rendimenti è alimentata anche dalle preoccupazioni sul debito degli Stati Uniti e dalle imminenti elezioni presidenziali.
Nonostante possano temporaneamente superare i livelli attuali, non si prevede che i rendimenti superino significativamente i massimi del 2023. I rendimenti dovrebbero stabilizzarsi grazie a un mercato del lavoro e a un’inflazione che probabilmente si raffredderanno nel 2024, permettendo alla Fed di ridurre gradualmente le restrizioni monetarie. Inoltre, la prospettiva di un Congresso diviso limiterà le nuove iniziative fiscali, riducendo l’impatto della politica fiscale sui tassi di interesse a lungo termine.
L’incremento dei rendimenti appare dunque giustificato da motivazioni valide, poiché l’economia statunitense rimane resiliente e le probabilità di recessione sono in diminuzione. Questo scenario rappresenta un’opportunità per sfruttare le turbolenze del mercato sia in ambito azionario che nel reddito fisso. A poco più di un mese dall’avvio del ciclo di allentamento da parte della Fed, i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni sono aumentati, sollevando dubbi sulla possibilità che questo rialzo minacci l’attuale trend del mercato azionario.
Tra i fattori che contribuiscono alla crescita dei rendimenti ci sono i dati economici positivi, con aumenti dell’occupazione e vendite al dettaglio robuste. Questi dati indicano una crescita economica sopra la media e riducono i timori di una recessione. Inoltre, il leggero aumento dell’inflazione ha portato i mercati a prevedere un ciclo di tagli dei tassi più graduale, con la politica della Fed attesa al 3,5% entro la fine del 2025.
La produttività in crescita potrebbe durare nel lungo periodo?
Anche la produttività in crescita, sostenuta dall’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, potrebbe supportare una crescita a lungo termine senza aumentare l’inflazione. In questo si giustificherebbero tassi di interesse più alti rispetto al passato. Sul fronte politico, le elezioni imminenti portano incertezze fiscali. Entrambi i candidati, infatti, prevedono incrementi significativi del debito, il che potrebbe esercitare una pressione sui rendimenti dei Treasury.
I mercati obbligazionari mostrano volatilità crescente, con il rendimento dei Treasury a 10 anni in aumento, anche se non si prevede che superi stabilmente il 4,5%. L’economia sembra orientata verso un “atterraggio morbido,” con una crescita più lenta ma senza recessione, e un’inflazione che dovrebbe raggiungere il target della Fed del 2% entro il 2025.
Con un Congresso probabilmente diviso, che limiterà la spesa fiscale, e una domanda robusta di obbligazioni statunitensi grazie alla fiducia degli investitori nella loro sicurezza, le prospettive per il reddito fisso rimangono favorevoli. I rendimenti attuali offrono opportunità per estendere la durata dei portafogli obbligazionari, approfittando di tassi più alti. Viceversa, quelli a breve termine si allineeranno gradualmente alle riduzioni della Fed nei prossimi anni.
Come arrivano i mercati azionari americani all’appuntamento elettorale? Le indicazioni dell’analisi grafica
Grazie ai nuovi massimi storici si conferma la rottura del primo ostacolo lungo il percorso rialzista indicato in figura dalla linea tratteggiata. A questo punto potrebbe essere molto probabile il raggiungimento di quota 6.000.
Sarà importante monitorare cosa accadrà nel corso della settimana. Solo una chiusura settimanale inferiore a 5.712,24 potrebbe favorire una ripresa del ribasso.
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