Se desiderate aprire un conto corrente all’estero conviene capire come fare per procedere legalmente. Prima di attivare un conto all’estero è opportuno porsi alcuni interrogativi. Dove conviene, quali i costi di gestione, quale il regime di tassazione, è pignorabile, va dichiarato nella dichiarazione dei redditi?
Occorre inoltre informarsi adeguatamente perché ci si dovrà attenere con scrupolo alle norme europee sul riciclaggio di denaro sporco. A ciò si aggiunga il rispetto della normativa imposta dall’Agenzia delle Entrate in materia di evasione fiscale e di contanti di dubbia provenienza. Ciò detto, è assolutamente lecito trasferire i propri risparmi in un istituto bancario di un’altra nazione dell’UE. Né risulta necessario avere la residenza in un altro Paese per cui vediamo come aprire un conto corrente all’estero.
Diverse sono le motivazioni che potrebbero indurre alcuni risparmiatori a considerare la possibilità di trasferire soldi all’estero. I correntisti più accorti potrebbero optare per l’apertura di un conto estero in un Paese con moneta diversa. Ciò comporterebbe dei sicuri vantaggi in termini di investimenti in valuta di inflazione. Altri potrebbero più semplicemente voler marginalizzare le perdite nell’evenienza di default della struttura finanziaria nazionale.
Come aprire un conto corrente all’estero
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Ogni cittadino europeo può richiedere l’apertura di un conto corrente in un altro Paese dell’Unione Europea. Prima dell’attivazione si raccomanda di leggere la documentazione contenente le spese, i servizi erogati e le commissioni a carico del correntista. Per trasferire somme di denaro in un istituto bancario estero corre l’obbligo di presentare una dichiarazione all’Amministrazione finanziaria. Occorre compilare il cosiddetto quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche che consente di effettuare accertamenti fiscali sulle operazioni finanziarie da svolgersi all’estero.
L’obbligo di presentare il suddetto quadro RW viene meno nella misura in cui l’ammontare complessivo del deposito bancario sia inferiore ai 15mila euro. Al contrario, risulta obbligatorio compilare il quadro RW in riferimento alla dichiarazione dei redditi per il pagamento dell’IVAFE. Si attesta attorno ai 34 euro l’importo da versare ogni anno per l’IVAFE, l’imposta patrimoniale che grava sulle attività finanziarie all’estero.
L’apertura di un conto corrente all’estero si rivela spesso una scelta vincente perché assicura rendite più elevate, spese di gestione inferiori e maggiore riservatezza. Prima di attivare il conto, l’istituto bancario estero avvia una serie di verifiche e accertamenti per scongiurare il rischio di riciclaggio di denaro. Vengono pertanto richieste specifiche referenze dalla banca nazionale di provenienza e informazioni relative alle ragioni che spingono il correntista al trasferimento di denaro. Ciò nel pieno rispetto delle più recenti e severe normative europee vigenti a livello fiscale.