L’attuale contesto economico ha reso il lavoro sempre più precario. Molti lavoratori sono infatti costretti ad una costante incertezza, passando continuamente da un contratto a termine ad un altro. I lavori sono spesso inframezzati da periodi di disoccupazione. Insomma, le incertezze lavorative negli ultimi anni sono diventate un problema per tutti. In un recente approfondimento abbiamo visto che anche i contratti a tempo indeterminato possono diventare a termine. In molti casi, poi, è necessario svolgere la propria attività in maniera autonoma, rinunciando alle tutele previste per il lavoro subordinato. Una di queste tutele è la NASPI, ossia il sussidio che l’INPS paga alle persone prive di occupazione. Questi periodi di inattività sono solitamente dedicati alla ricerca di un nuovo impiego, o alla definizione della propria futura professione autonoma. In questo articolo capiremo come aprire la Partita Iva conservando la NASPI e cosa è necessario tenere sempre in mente.
La NASpI e il lavoro autonomo
Indice dei contenuti
Chi è titolare di Partita IVA, può certamente richiedere la NASPI relativa all’interruzione di un lavoro subordinato. Svolgere un’attività autonoma, non è infatti motivo di decadenza del diritto alla disoccupazione. Lo sarebbe invece un qualsiasi reddito, sia da lavoro autonomo che dipendente. L’aspetto da considerare per capire come aprire la Partita IVA conservando la NASPI è quindi, unicamente, il reddito percepito. Se per un contratto subordinato, il reddito è certo ed indicato nel contratto di lavoro, per gli autonomi non è così. Per questo motivo la semplice apertura di una Partita IVA non è un motivo sufficiente per far decadere l’indennità. Ne consegue che chi ha una Partita IVA e perde un lavoro subordinato può chiedere la NASPI. Mantenendola integralmente fino al raggiungimento di un fatturato di 4.800 euro nell’anno fiscale.
Come aprire la Partita IVA conservando la NASPI
Abbiamo analizzato il caso di chi chiede la disoccupazione avendo già una partita IVA. Ma anche aprire la Partita IVA conservando la NASPI è possibile e dà accesso ad un ulteriore opzione. Infatti, entro 30 giorni dall’apertura è possibile chiedere il versamento in un’unica soluzione dell’intera indennità prevista. Quest’ultima andrà restituita per la quota non spettante nel caso di nuova assunzione per un lavoro subordinato. Ricordiamo che quando i ricavi da lavoro autonomo superano quota 4.800 euro, l’indennità di disoccupazione scenderà fino all’80%. La legge intende, infatti, tutelare le persone che perdono il lavoro e, di conseguenza, il proprio reddito.