Come andare in pensione prima pagando i contributi volontari o da riscatto

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In alcuni casi andare in pensione qualche anno prima è un’esigenza. Molti lavoratori, infatti, arrivano alla soglia dei 60 anni stanchi e provati da una vita di lavoro. E non vedono l’ora di accedere alla quiescenza per potersi, finalmente, godere il meritato riposo. In molti casi l’anticipo non è possibile per la mancanza di un certo numero di anni di contributi. Ma come andare in pensione prima pagando i contributi che mancano all’INPS? Scopriamo i modi di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro.

I contributi volontari possono aiutare se usati al momento giusto

Solitamente quando si è giovani non si pensa alla vecchiaia e alla pensione. Ma chi è previdente e lavora con un occhio sempre rivolto al futuro potrebbe aiutare il proprio pensionamento. Si potrebbe, infatti, iniziare a versare i contributi volontari fin da subito, ogni volta che si interrompe l’attività lavorativa. Possono essere utilizzati anche a completamento contributivo per un periodo lavorato part time.

Se, a partire dai 20 anni, ad esempio, ogni volta che non si versano contributi obbligatori si provvede con quelli volontari, già a 62 anni circa si potrà cogliere il pensionamento. Ma ci vuole costanza e soprattutto la volontà di sostenere l’onere relativo.

Come versare i volontari?

Per poter versare i contributi volontari è necessario richiedere l’autorizzazione all’INPS. Per ottenerla serve aver versato almeno 5 anni di contributi obbligatori. Ma una volta ottenuta l’autorizzazione quest’ultima non scade e i volontari potranno essere versati ogni volta che c’è un buco contributivo.

In questo modo anche con carriere discontinue si avrà una copertura contributiva completa che permetterà, quasi sicuramente l’anticipo pensionistico.

Come andare in pensione prima pagando i contributi volontari o da riscatto

In alternativa, è possibile coprire i buchi contributivi con i contributi da riscatto. In questo caso, però, possono essere versati contributi solo per determinati periodi previsti dalla Legge. Con il riscatto, ad esempio, è possibile andare a sanare eventuali omissioni di versamento. Ma si può valorizzare ai fini previdenziali anche il periodo di studi universitari che ha portato al conseguimento della Laurea.

Facciamo un esempio pratico. Un lavoratore di 61 anni ha 38 anni di contributi versati e non può accedere alla pensione se non dopo altri 5 anni di lavoro. Riscattando, ad esempio, i 5 anni del corso di laurea raggiunge i 43 anni di contributi subito. E può, quindi, anticipare la pensione già a 61 anni sostenendo l’onere del riscatto.

Ricordiamo che l’onere del riscatto può essere pagato in un’unica soluzione ma anche ratealmente. In questo secondo caso, però, non si avranno subito a disposizione tutti i contributi riscattati.

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