Gli ultimi anni dell’età lavorativa, che a causa delle riforme previdenziali sono sempre più avanzati nel tempo, sono una vera sofferenza per molti lavoratori. La stanchezza si fa sentire, e non risulta per nulla agevole pensare ad un’alternativa.
Trovare collocazione in avanti con l’età, infatti, è questione davvero complicata. La situazione peggiore si verifica poi quando il lavoratore o la lavoratrice che si avvicinano all’età pensionabile, perdono il lavoro nonostante la propria disponibilità a proseguire la propria attività. Sia che l’inattività sia un espresso desiderio, che una triste sventura, c’è uno strumento di previdenza complementare. Questo è accettato dal nostro ordinamento ed è stato introdotto di recente, che facilità le cose: il suo nome è Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, meglio nota come RITA. Per alcuni potrebbe letteralmente essere come andare in pensione, ma con qualche anno di anticipo: ecco a chi conviene.
Essere previdenti con anticipo ripaga degli sforzi
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Tra i vantaggi della previdenza complementare si aggiunge anche quello reso possibile dall’art.1 della Legge 215/2017. In estrema sintesi, gli iscritti ad un fondo pensionistico complementare, possono utilizzare parte della propria pensione complementare prima dell’ingresso del regime pensionistico. Questo a patto che il regime pensionistico subentri nei seguenti 5 anni e che il richiedente abbia almeno da 20 anni partecipato in ad un regime previdenziale, oltre che per almeno 5 anni abbia aderito al sistema complementare.
Oltre alla comodità di poter approfittare con anticipo dei benefici dell’età pensionabile, il trattamento corrisposto tramite RITA è anche agevolato per l’aspetto fiscale, poiché il reddito è sottoposto ad un’aliquota non superiore al 15%, in progressiva riduzione fino al 9%. Se si ha la fortuna di aver intrapreso con largo anticipo l’iscrizione ad un fondo complementare, meglio se per tutta la vita lavorativa, questa opportunità è certamente ghiotta, dividendo l’importo tra capitale richiesto e rendita vitalizia. Resta dunque inteso che il capitale richiesto va ad erodere il fondo accumulato.
Come andare in pensione, ma con qualche anno di anticipo: ecco a chi conviene
Quanti sognano di prendersi un periodo sabbatico dopo tanti anni di duro lavoro, magari per togliersi il capriccio di assentarsi per qualche tempo dall’Italia e vedere il mondo; oppure, più realisticamente, quanti si trovano in situazioni di improvvisa e brusca necessità, dovuta alla conclusione della propria attività lavorativa. Ogni interessato dovrà considerare in particolar modo la durata precedente del regime complementare di adesione, considerato che quando arriverà, davvero, il momento della pensione, potrebbe non avere più a disposizione quote rilevante per gli anni a venire. A quel punto, però, potrebbero intervenire somme sostitutive, quali il trattamento di fine rapporto. Inoltre, non bisogna dimenticare che RITA è accessibile tanto a lavoratori pubblici quanto privati.
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