Come andare in pensione a 62 anni o con 37,10 anni di contributi, ecco i fortunati della pensione anticipata 2024

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Le notizie che riguardano le pensioni e una ipotetica nuova riforma, possono far temere molti lavoratori. Perché la riforma delle pensioni tutto è tranne che facile da varare. E nonostante le tante misure di cui si parla ogni giorno, l’ipotesi più attendibile è che il 2024 inizierà come da anni ogni Governo ha fatto. Piccole misure tampone, oppure proroghe delle vecchie misure in scadenza sono la via che anche l’attuale Governo dovrebbe intraprendere in vista della Legge di Bilancio e del suo pacchetto pensioni.

Ma alcuni decreti del 2023 permettono a molti lavoratori di poter guardare al futuro con un certo ottimismo. Perché la pensione per loro potrebbe arrivare molto prima grazie a strumenti particolari.

Come andare in pensione a 62 anni o con 37,10 anni di contributi

Se si lavora per la giusta azienda è possibile anticipare la pensione anche nel 2024 e già a 62 anni di età oppure con 37 anni e 10 mesi di contributi versati. Infatti una misura prorogata fino al 2026 consentirà a determinati lavoratori di altrettanto determinate aziende di poter accedere alla pensione ben cinque anni prima dei requisiti ordinari. Il contratto di espansione infatti è stato recentemente aggiornato e prorogato fino al 2026. Significa che le aziende interessate da processi di riorganizzazione della loro struttura e di rinverdimento del personale dipendente, possono attivare una misura all’INPS con la quale possono mettere in prepensionamento i lavoratori. E come detto, parliamo di lavoratori che si trovano a 5 anni dalla loro pensione di vecchiaia o dalla loro pensione anticipata.

Subito per chi entra nel contratto di espansione

L’azienda interessata da questi processi deve attivare il cosiddetto contratto di espansione, trovando prima di tutto un’intesa con i sindacati. Un accordo che preveda oltre ai prepensionamenti, anche nuove assunzioni o una riduzione di orario di lavoro per i vecchi addetti. L’azienda in questione deve avere almeno 50 dipendenti in organico.

E in questo caso i pensionati che si trovano a cinque anni di distanza dalla pensione potrebbero rientrare nel contratto di espansione, sempre che anche loro accettino di andare in pensione in anticipo. L’assegno pensionistico del contratto di espansione viene pagato mese per mese dall’INPS ed in misura pari alla pensione maturata dal lavoratore alla data di attivazione del contratto. Alla base di tutto però c’è il finanziamento della prestazione da parte dell’azienda. Infatti è l’azienda a sostenere il costo del pensionamento anticipato di questi lavoratori.

Copertura figurativa e vantaggi aziendali

Il lavoratore vicino alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, gode anche della copertura figurativa, sempre a carico dell’azienda, dei cinque anni di contribuzione in meno uscendo con 37,10 anni di versamenti. Il vantaggio dell’azienda sarebbe quello di ringiovanire il personale dipendente, perché nel contratto di espansione è prevista una nuova assunzione ogni tre vecchi dipendenti messi in prepensionamento. Inoltre l’azienda può godere del vantaggio di utilizzare i soldi della NASPI teoricamente spettante a questi lavoratori per ammortizzare il costo dell’intera operazione. Quindi nel 2024 i lavoratori che completano almeno i 62 anni di età ed almeno i 37 anni e 10 mesi di contributi versati, se si trovano in aziende con più di 50 dipendenti in organico e che hanno avviato i contatti di espansione, possono andare in pensione. E quindi a prescindere da qualsiasi riforma o nuova misura che il Governo vorrebbe varare.

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